“In Sardegna abbiamo ripreso in mano la programmazione sanitaria dopo tanti anni in cui questa è mancata, sia sul nostro territorio, sia a livello nazionale. Lo abbiamo fatto tra mille difficoltà e una pandemia che dura da due anni e mezzo”.

Così l’assessore della Sanità Mario Nieddu, intervenendo al convegno della Cisl a Cagliari (Per una sanità con al centro la persona) difende l’operato della sua Giunta ammettendo che “la madre di tutti i problemi” è la carenza di personale sanitario.

Le criticità che ancora si vedono oggi, ricorda l’assessore, “arrivano da lontano, dai tagli del passato”. 

E per rispondere alle attuali difficoltà serve un intervento da Roma: “Oggi, con le attuali carenze di personale, poter intervenire tempestivamente spostando le risorse dove serve risolverebbe molte delle criticità che ogni giorno si verificano ovunque. Questo, ovviamente, deve avvenire anche attraverso il giusto riconoscimento economico e la revisione di vincoli di spesa per le retribuzioni che a livello nazionale sono bloccati da anni”.

Poi, passando al tema principale del convegno, Nieddu ha ribadito che la centralità del cittadino “è alla base del nuovo modello disegnato dal nuovo piano dei servizi sanitari e dal piano dei servizi alla persona approvati dalla Giunta dopo un lungo confronto con tutti i portatori di interesse”.

Il piano dei servizi alla persona, evidenzia, “mancava in Sardegna da sedici anni”, e questa è “una sfida importante che guarda al traguardo del 2026 fissato dal Pnrr, su cui abbiamo programmato investimenti per oltre 290 milioni di euro, e dove il dualismo ospedale-territorio sarà superato da un nuovo modello di presa in carico in grado di accompagnare il cittadino in tutti i suoi bisogni legati alla salute”.

(Unioneonline/L)

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