La prima finanziaria della legislatura è stata approvata e le liste d’attesa restano il più grave dei problemi della sanità sarda. Nonostante un bilancio che dedica alla tutela della salute qualcosa come 4,2 miliardi di euro. Un’emergenza da affrontare con misure strutturali e, nel breve periodo, con stanziamenti a beneficio dei privati accreditati. Ma nella manovra 2025 c’è pochissimo: appena 12,5 milioni di euro. «Cifre ridicole, considerato che spendiamo 4,2 miliardi complessivi per la salute», accusa il centrodestra. Che, per tutto l’iter della legge di bilancio, ha chiesto di potenziare gli stanziamenti. Invano. La maggioranza ha preferito investire sull’accordo integrativo dei medici di base (15 milioni) e sugli incentivi (3 milioni) per convincere i medici a lavorare nelle zone periferiche. Nuove risorse per l’abbattimento delle liste d’attesa potrebbero arrivare nel prossimo assestamento di bilancio che l’assessore al Bilancio Giuseppe Meloni ha annunciato entro l’estate.

Posizioni diverse nel centrosinistra, che con Francesco Agus (Progressisti) fa notare: «Sulle liste d’attesa non basta intervenire in Finanziaria. Negli ultimi cinque anni oltre 40 milioni di euro sono stati stanziati ma non utilizzati. Servono misure strutturali, a partire dal Cup: oggi è poco più di un call center».

Intanto, il pantano dell’assistenza continua: visite ed esami rinviati fino a due anni e mezzo, mentre centomila sardi rinunciano alle cure.

Ulteriori dettagli e approfodimenti nell’articolo di Roberto Murgia oggi in edicola e sull’app L’Unione Digital.

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