Matteo Salvini non arretra di un passo sulla questione migranti.

Anzi, il ministero dell'Interno ha rilanciato: "La verità è che abbiamo finito di fare gli zerbini. Dopo le navi delle ong, potremmo fermare anche quelle che arrivano nei nostri porti cariche di riso cambogiano", ha detto durante un'intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Non lo preoccupano neppure le numerose frizioni diplomatiche, arrivate in sole due settimane di governo "Ho sentito il presidente Conte, e - ha spiegato il vicepremier - non mi pare affatto che si senta isolato. Semplicemente, stiamo conquistando un ruolo centrale che negli ultimi anni non abbiamo mai avuto... Ora, che la musica sia un po' cambiata lo hanno capito tutti. Tranne l'ong tedesca che si permette di dare del fascista al vicepremier italiano. Pazzesco...".

Già ieri Salvini aveva rilanciato l'hashtag #chiudiamoiporti, mandando un messaggio forte e chiaro a due navi battenti bandiera olandese, Lifeline e Seefuchs.

"Sappiano questi signori che l'Italia non vuole più essere complice del business dell'immigrazione clandestina, e quindi dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi - cinguetta - Da ministro e da papà, lo faccio per il bene di tutti".

Il piano del ministro, per risolvere definitivamente la questione migrazioni, corre su un duplice binario: due traiettorie non semplici da percorrere, ma ben delineate.

La prima è "costringere" l'Europa ad un impegno concreto maggiore sulla gestione dei migranti; la seconda, invece, è incentivare - con criterio - l'economia africana ("Stiamo lavorando su come spendere meglio in Africa i soldi, che finora non sono arrivati agli africani ma ai governi").

"Al prossimo consiglio europeo saremo protagonisti delle scelte del futuro e non comparse, difendendo l'interesse nazionale. Adesso se l'Europa c'è che passi dalle parole a fatti", spiega lui, a margine di un incontro elettorale a Seregno, nel sottolieare come l'Italia, dopo l'arrivo del governo "carioca" - il suo - "non è mai stata così centrale ed ascoltata. Finalmente i tedeschi, francesi, belgi, olandesi e spagnoli ci ascoltano. Non siamo più il campo profughi d'Europa".

(Unioneonline/s.a.-DC)

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