Se sei laureato e sei nato dopo il primo gennaio del 1980, il governo ti fa un regalo: puoi godere del riscatto gratuito degli anni del corso di studi. Se invece sei sfortunato e sei nato, magari, il 31 dicembre del 1979, o prima, allora il recupero ai fini pensionistici degli anni di studio all'università te lo pagherai di tasca tua. È questo lo scenario che si profila nel caso in cui passi la proposta del sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta. In Sardegna sarebbero penalizzati circa 100.000 laureati nati prima del 1980: oltre 66mila all'Università di Cagliari, circa 30mila in quella di Sassari.

Eppure il riscatto gratuito sarebbe di per sé un fatto rivoluzionario, chiunque abbia provato a riscattare il periodo passato sui libri sa quanto sia faticoso e soprattutto costoso. Se non fosse, però, che così come viene delineato è «assolutamente discriminatorio», accusano i laureati nati prima del 1980.

LA MOBILITAZIONE Nel silenzio generale, dalla Sardegna si leva ora una protesta che approda a Roma contro l'ipotesi di riconoscere il riscatto gratuito solo per tutti i nati dal 1980 al 2000, appunto.

Elisabetta Caredda, classe 1976, laurea in Biologia, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ai ministri dell'Economia, del Lavoro e degli Esteri, per «chiedere che questa discriminazione venga eliminata». Poi ha creato un evento su Facebook, "Stop alla discriminazione per gli over 37", che ha richiamato l'attenzione sul problema scatenando la reazione indignata di migliaia di persone nella stessa condizione, tanto da "obbligare" lo stesso sottosegretario Baretta a rispondere con un post pubblico: «La crisi economica e il mercato del lavoro mutato hanno creato un cortocircuito generazionale che ha pesantemente penalizzato i nati tra gli anni '80 e 2000».

Come ogni proposta di riforma, ha aggiunto l'esponente del governo, «anche questa implica scelte e criteri perché la sua applicazione sia sostenibile da un punto di vista finanziario. Non si tratta, quindi, di discriminazione, ma di riequilibrio per quelle generazioni che più di altre hanno subito le conseguenze della crisi economica».

«È inaccettabile - ribatte Elisabetta Caredda - il principio che solo un giovane possa essere agevolato nel costruirsi una pensione ancor prima delle generazioni dei quarantenni e cinquantenni che stanno lottando con la crisi occupazionale».

REAZIONI Il governo non fa discriminazioni, ma il criterio con cui "premia" alcuni e "punisce" altri è ancora una volta di natura economica. «Così non va», afferma Michele Carrus, segretario regionale della Cgil: «Avevamo una proposta complessiva sulla riforma della previdenza, incentrata sui giovani, ma su questo il governo latita. Quello del riscatto della laurea non deve essere un motivo per distogliere lo sguardo dal tema più centrale che riguarda tutti i giovani, anche i non laureati, quindi».

Nel merito del riscatto della laurea, prosegue Carrus, «un fatto è certo: non può essere il discorso economico quello che definisce la platea dei beneficiari. Diversamente si rischia di creare davvero un'ingiustizia. Se il problema sono le risorse, si cerchino altrove».

Mauro Madeddu

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