A 41 anni, con una laurea in Biologia, un dottorato e un master di secondo livello, ha avuto finora sempre lavori precari. Alla pensione Elisabetta Caredda non aveva mai pensato. "Un'utopia". Finché legge la notizia inaspettata: il governo intende riconoscere gratuitamente il riscatto degli anni di studio all'università ai fini pensionistici.

C'è però un problema: il beneficio vale solo per i nati tra il 1980 e il 2000. "Assurdo, dice, "perché anch'io ho pagato e pago le tasse. Purtroppo finora ho avuto solo contratti a tempo determinato e oggi, addirittura, sono disoccupata".

La beffa scatena la sua rabbia quando legge che, essendo nata prima del 1980, lei non fa parte di quella generazione che, secondo il sottosegretario Baretta, "è più penalizzata" dalla crisi e dal mutamento del mercato del lavoro.

"Ogni volta devo ricominciare da un tirocinio", dice. "Mi sono rimboccata umilmente le maniche più di una volta, e oggi sono di nuovo in attesa di un lavoro".

La sua indignazione è diventata virale sui social. "Favorire il riscatto gratuito della laurea significa favorire anche il turn over. Oltretutto, in questo caso si parla di studi e quindi di tasse pagate allo Stato da chi è stato studente universitario. E se si deve prendere l'iniziativa di riconoscere gli anni di studio ai fini pensionistici, agevolandone gratuitamente il riscatto, non ci possono essere ragionamenti discriminatori di nessun genere".

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