Ricci di mare, allarme di Impresapesca:"Regole inapplicabili contro il comparto"
Allarme di Coldiretti Impresapesca sulla pesca dei ricci di marePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Quella che doveva essere una professione in grado di garantire un prelievo sostenibile di una risorsa delicata e preziosa, rischia di essere spazzata via da regole inapplicabili e da guerre tra poveri. E' l'allarme lanciato da Coldiretti Impresapesca. Con un auspicio: che a partire da subito, le Istituzioni si attivino per creare le condizioni per rendere più agevole l’individuazione di Centri di Spedizioni autorizzati, se possibile gestiti dagli stessi operatori della pesca subacquea professionale, in modo da evitare che questi operatori siano stritolati dalla morsa di pochissimi soggetti attualmente autorizzati.
Del resto la Sardegna, in questo particolare momento della sua fase economica, non può permettersi di uccidere l’ennesimo comparto produttivo che svolge, peraltro, un insostituibile ruolo a livello turistico.
Il riccio non fa parte solo della nostra economia, ma della tradizione e della storia delle nostre Città Marinare.
LE TESTIMONIANZE - “Offesi da chi ritiene di poter tornare all’epoca del prelievo indiscriminato o da operatori economici che pensano di guadagnare dal nostro lavoro, siamo messi all’angolo e costretti a subire persino le umiliazioni – afferma Leonardo Mura, pescatore professionale Subacqueo regolarmente autorizzato dalla Regione Sardegna alla pesca del Riccio di mare. Non basta che ci alziamo alle 6 del mattino, con temperature che spesso sono vicine allo zero, ed entriamo in mare con la muta quando la maggior parte delle persone prende il primo caffè della mattina, e che dopo tre ore di immersione rientriamo con una media di tre “cavagne”(nome algherese delle ceste) di ricci, dobbiamo poi portare il pescato presso un centro di confezionamento (il termine tecnico è Centro di Spedizione), che verifica il nostro pescato e che appone un bollino sulle confezioni una volta sigillate, pagando una “tassa” esagerata.” Questa operazione, frutto dell’inserimento forzoso degli Echinodermi in una direttiva comunitaria che trattava della depurazione dei molluschi bivalvi, oltre ad avere un costo assolutamente ingiustificato in rapporto al valore del prodotto confezionato e soprattutto al valore dell’operazione svolta dal CDS, è ostacolata dal fatto che le strutture sono poche e fuori mano, e pensare che nel porto di Alghero esiste una struttura recente, in uso ai pescatori, quasi inutilizzata. I costi elevati infatti ci portano spesso a dover effettuare continui viaggi a Porto Torres perché l’unica struttura presente in Città applica tariffe assolutamente al di fuori della nostra portata”.
“Noi - continua Leonardo Mura - siamo attenti a tutelare la risorsa, ed infatti le nostre acque sono ancora ricche di ricci, e ciò è dimostrato dalla dimensione dei nostri ricci, decisamente superiore alle taglie minime consentite per legge, e non capiamo per quale motivo le Istituzioni non si confrontino con noi per stabilire regole condivise, ad esempio per la pesca all’interno delle acque della Riserva Marina.
Oggi, afferma Mauro Manca, responsabile Regionale di Impresapesca Coldiretti, è indispensabile difendere gli operatori della pesca subacquea professionale. Non è pensabile aver riportato alla legalità ed aver ridato dignità a questi lavoratori, che sono i primi a rispettare il mare ed a svolgere la loro attività seguendo scrupolosamente le norme e le prescrizioni, ed abbandonare poi la categoria ad un mercato che, per via della mancanza di strutture e di centri di confezionamento, mettere gli stessi operatori nelle mani di un meccanismo che specula sul loro lavoro. Le Istituzioni devono trovare soluzioni idonee, ad esempio permettendo agli stessi di confezionare e “bollinare” il prodotto all’interno delle strutture comunali destinate alla prima vendita dei prodotti ittici.
In questo senso ritengo di poter dire che oggi, grazie al lavoro onesto e instancabile di questi operatori anche il riccio di mare è diventato un’importante valore aggiunto per la nostra economia, e che il lavoro dei pescatori subacquei professionisti, continua Manca, ha permesso di creare un giro d’affari alla luce del sole che, anche grazie alla collaborazione con moltissimi ristoratori, ha reso “legale” un giro d’affari che negli anni in cui queste figure professionali non esistevano, era alimentato dal mercato sommerso".