Era convinto di aver vinto la battaglia in Tribunale per diventare papà, ma quando è arrivato all'anagrafe per riconoscere il figlio, si è accorto che qualcuno l'aveva già fatto prima di lui e prima che il giudice depositasse la sentenza. Ora sarà la Procura di Cagliari a stabilire, una volta per tutte, chi sia il vero padre biologico e chi, invece, potrebbe aver dichiarato il falso.

La guerra in tribunale

Arriva da Uta una vicenda giudiziaria che, per ovvie ragioni, va raccontata in modo da garantire l'anonimato del bambino. A trasmettere gli atti alla magistratura penale è stato lo stesso giudice civile che, qualche mese fa, aveva ordinato ad una donna di permettere all'ex fidanzato di riconoscere la paternità di suo figlio. Il contenzioso tra i due è durato vari anni, ma alla fine l'aspirante papà l'aveva spuntata riuscendo - seppur senza il test del Dna - a dimostrare che il bambino, ormai cresciuto, fosse nato dalla sua relazione con la madre.

Il riconoscimento

I due, stando ai pochi elementi trapelati, avevano avuto una relazione durata qualche anno che poi si era interrotta per decisione della donna. E lei, poco dopo, aveva scoperto di essere rimasta incinta. Avendolo saputo, l'ex fidanzato si sarebbe riavvicinato a lei intenzionato a prendersi le sue responsabilità di padre, nonostante ormai il rapporto tra loro si fosse deteriorato. Ma dopo la nascita del piccolo, quando la mamma l'aveva iscritto all'anagrafe, il presunto papà si era visto negato il riconoscimento dalla ex che si era opposta. Ne era nata così una lunga e complessa causa giudiziaria davanti al Tribunale civile, con i legali dell'uomo che avevano sollecitato il test del Dna e quelli della donna che si erano opposti. Sta di fatto che, per arrivare a sentenza, il giudice aveva ritenuto che non servisse la prova genetica, tanto è vero che, dopo qualche tempo, aveva deciso di dare ragione all'aspirante papà, concedendogli il via libera al riconoscimento del bambino che, nel frattempo, era ormai cresciuto.

Il colpo di scena

Una gioia durata poco, perché quando l'uomo si è presentato nuovamente all'anagrafe per depositare i documenti e riconoscere finalmente il figlio, ha scoperto suo malgrado che un altro papà l'aveva già fatto - nelle more della sentenza - con l'avallo della donna. Un colpo di scena che pare non sia piaciuto al giudice civile che ha trasmesso gli atti in Procura. Aperto il fascicolo, il pm dovrà ora ordinare il test del Dna che, si spera, sveli una volta per tutte chi dei due è il vero padre o se qualcuno abbia dichiarato il falso. La disputa è così scivolata dal civile al penale.

Francesco Pinna
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