«Sono Marco e mi trovo nel porto di Cagliari, faccio parte della Global Sumud Flotilla. Partiremo per Tunisi e ci incontreremo con la flotta tunisina e la flotta spagnola per unirci al popolo palestinese oppresso, contro il genocidio, contro le guerre». 

Parole pronunciate due giorni fa (e riprese da Aldo Matzeu) in banchina da Marco Loi, di Villaputzu, prima di prendere il mare per partecipare alla missione umanitaria che vuole forzare il blocco navale  in favore della gente di Gaza massacrata sotto le bombe israeliane. 

Un volontario, come tanti altri partiti da 44 Paesi,  che il governo di Tel Aviv ha annunciato di voler trattare come un terrorista.

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Una visione estremista diametralmente contraria a quella di Sandro Porcu, sindaco di Villaputzu: «Sono venuto a conoscenza che c’è un pezzo del nostro paese in viaggio verso Gaza, nel cuore di una missione di pace. Marco Loi, nostro concittadino, farà parte della Global Sumud Flotilla», spiega Porcu, «una flottiglia civile che unisce volontari da 44 Paesi diversi, con un unico obiettivo: rompere il blocco navale su Gaza e portare speranza, solidarietà e aiuti umanitari al popolo palestinese sotto assedio. Siamo profondamente orgogliosi di te, Marco», dice il primo cittadino rivolgendosi al suo compaesano, «il tuo coraggio, silenzioso e determinato, parla a nome di una comunità intera che crede ancora nella possibilità di un mondo più giusto. Buon vento, navigante di pace».

Loi ha voluto sottolineare di essersi ispirato alla figura di «Vik», Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti umani e reporter ucciso a Gaza nel 2011: «Un esempio per tutti noi». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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