Trent’anni di amicizia: la festa tra Esterzili e Bagnoregio
Era il 1995 quando i primi fili vennero intrecciatiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
C’è qualcosa di straordinario nel modo in cui due luoghi lontani possono scegliersi. Come succede con le persone, anche i paesi, a volte, si incontrano, si riconoscono e decidono di camminare insieme.
È accaduto trent’anni fa tra Esterzili, gioiello della Barbagia di Seulo, e Bagnoregio, sospesa sul tufo della Tuscia, ed è una storia che ancora oggi unisce, costruisce e perchè no, commuove.
Era il 1995 quando i primi fili vennero intrecciati. Non lo fecero i protocolli diplomatici, ma la forza silenziosa delle radici, delle famiglie, del lavoro che migra senza dimenticare. La famiglia Corrias, partita da Esterzili alla fine degli anni Sessanta per cercare un futuro nel Lazio, portò con sé non solo speranze e valigie, ma una comunità intera nel cuore.
Da lì nacque l’amicizia, poi il gemellaggio grazie anche alle amministrazioni locali dell’epoca. E trent’anni dopo, quel legame non solo resiste: fiorisce con le nuove generazioni.
In questi giorni, Bagnoregio – la “città che muore” che in realtà non ha mai smesso di vivere – si è vestita a festa per celebrare questo anniversario. Nella piazza dedicata a Esterzili verrà inaugurato un murale che racconta di montagne sarde, di memoria e di incontri.
Ieri notte, le note di Raf hanno fatto vibrare le pietre antiche della cittadina laziale. Un abbraccio sonoro a chi, da Esterzili, è arrivato per onorare trent’anni di questo bel legame. I sindaci di oggi e quelli di allora si sono stretti la mano, tracciando la mappa sentimentale di una relazione che ha attraversato generazioni, mantenendo intatti i suoi valori fondanti: amicizia, collaborazione, rispetto delle radici. Ma a commuovere più di tutti è stato il racconto di Giulia Corrias, che ha ripercorso le tappe del suo arrivo da Esterzili a Bagnoregio insieme ai genitori, ai fratelli e alle sorelle e agli zii.
Quello tra i due paesi è sì un gemellaggio, ma è soprattutto un patto morale tra due comunità che si sono riconosciute simili nei silenzi delle montagne, nella dignità del lavoro, nella voglia di tramandare cultura e umanità.
E ora è Esterzili che si deve preparare ad accogliere gli amici di Bagnoregio ai piedi del monte Santa Vittoria.