"La morte di quell'anziana donna sulla sedia a rotelle si sarebbe potuta evitare se a Teulada ci fosse stata una spiaggia attrezzata destinata alle persone diversamente abili".

Luciana Gallus, madre di Mattia, un ragazzo di 29 anni costretto su una carrozzina sin da piccolo, punta il dito sulla mancanza di servizi per le persone che non possono deambulare, private di spazi sul litorale in cui vincere il caldo estivo.

"Se nelle nostre spiagge ci fosse stato un luogo in cui anche le persone in sedia a rotelle possano godere della brezza marina, forse domenica scorsa quella donna sulla sedia a rotelle e sua figlia non si sarebbero trovate su una banchina del porto di Teulada", sostiene la Gallus.

Che aggiunge: "Quell'approdo non è sicuro per le carrozzine, costrette a muoversi tra le attrezzature da pesca, rifiuti e le auto in sosta. Due anni fa mi sono battuta affinché l'Esercito liberasse la spiaggia di Porto Tramatzu; lo scorso dicembre, dopo la sigla del protocollo d'intesa tra l'ex governatore Pigliaru e il ministro della Difesa Trenta - che prevedeva l'apertura di una zona destinata alle persone disabili militari e civili - credevamo che il problema vissuto da tante famiglie fosse risolto, a tutt'oggi, invece, nulla è cambiato".

Per realizzare uno spazio in grado di permettere anche alle persone in carrozzina di godere del bel mare di Teulada, Luciana Gallus aveva anche fatto arrivare in paese un ingegnere dalla Penisola per incontrare l'amministrazione comunale.

Obiettivo: studiare una soluzione per rendere la spiaggia fruibile anche ai disabili.

"All'incontro con l'assessore alle Politiche sociali non è però seguito alcun impegno concreto per dare vita a questo progetto", continua Gallus.

"Alla fine - la conclusione - si tratta solo di avere in concessione un'area che non supera i 30 metri, dove poter posizionare una sorta di cubo di legno per offrire alle persone disabili ciò di cui necessitano: sono in contatto con imprenditori che si sono offerti di realizzare questo spazio gratuitamente. Le famiglie che si prendono cura di anziani o persone costrette sulla sedia rotelle chiedono solo di avere gli stessi diritti che spettano ai normodotati".
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