“Sto scontando un ergastolo, ma sono innocente”. Beniamino Zuncheddu è in carcere da 31 anni, condannato per una strage che sostiene di non aver mai compiuto. Nel 1991, in un ovile in territorio di Sinnai, una fredda notte di febbraio tre persone sono rimaste a terra, crivellate da una scarica di colpi d’arma da fuoco. Un quarto uomo è sopravvissuto fingendosi morto, nascosto dietro a una branda. È stato ritrovato la mattina successiva. Gravemente ferito, è stato soccorso e sottoposto a intervento chirurgico all’ospedale Marino di Cagliari.

Interrogato a caldo, il superstite ha detto di non aver riconosciuto l’assassino che indossava una calza velata da donna sul viso. Settimane dopo ha invece riconosciuto in Beniamino l’autore di quell’efferato delitto. E da lì è iniziato il calvario di questo ragazzo, all’epoca 26enne, che ha accettato la dura sentenza ma ha sempre professato la propria innocenza.

È di queste settimane la notizia della riapertura del processo a Roma: la Corte riesaminerà il caso e c’è già chi dice che l’assoluzione sia a portata di mano e che “questo sarà il più grave errore giudiziario d’Italia”. Come sostiene anche Valentino Maimone, giornalista, co-fondatore dell’associazione Errorigiudiziari.com nel cui sito oggi ha ospitato Beniamino Zuncheddu, il suo avvocato Mauro Trogu e Benedetto Lattanzi, per parlare di questa dolorosa vicenda il cui peso è tutto sulle spalle di Beniamino, che ora comincia a sperare di poter lasciare il carcere per la libertà. 

(Unioneonline)

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