Davanti alla quarta sezione penale della Corte d’appello di Roma è in programma oggi l’udienza del processo di revisione della condanna all’ergastolo inflitta al pastore Beniamino Zuncheddu di Burcei, in carcere da 31 anni perché ritenuto responsabile del triplice omicidio e del tentato omicidio commesso sulle montagne tra Sinnai e Burcei l’8 gennaio 1991 (erano stati uccisi Gesuino e Giuseppe Fadda, 57 e 25 anni, proprietari dell’ovile Cuile is Coccus, e il loro aiutante Ignazio Pusceddu, 57, mentre era sopravvissuto Luigi Pinna, genero del titolare).

I giudici devono decidere se ammettere le ulteriori prove prodotte dalle parti (Procuratore generale e avvocato difensore Mauro Trogu) oppure respingerle e dare il via alla discussione (con richiesta di assoluzione o conferma della condanna).

Tra i punti controversi c’è la trascrizione delle intercettazioni disposte dalla Procura di Cagliari nell’ambito della nuova indagine sulla strage, che punta a scoprire eventuali complici del killer. Dialoghi tra il sopravvissuto e la moglie in gran parte alla base della richiesta di revisione: il legale ha ritenuto inadeguate le traduzioni fatte dal perito incaricato dai giudici, mancanti a suo dire di passaggi ritenuti fondamentali che, viceversa, sono stati ascoltati e trascritti dai suoi consulenti e dai carabinieri.

Così, assieme alla procuratrice generale e allo stesso legale di parte civile Maria Alessandra del Rio, ha chiesto un supplemento di perizia che però al momento non ha avuto seguito.

IN AULA – Beniamino Zuncheddu non c’è, il trasferimento a Roma per un detenuto in semi libertà in questo periodo di pandemia è complicato e allora il diretto interessato e l’avvocato Trogu hanno preferito lasciarlo a Cagliari e chiedere la video conferenza.

L’udienza è cominciata alle 12,38 con un’immediata camera di consiglio per sciogliere alcune riserve sulle richieste presentate dalla difesa, dopo il collegamento con Zuncheddu. I giudici devono decidere sull’ammissione delle nuove prove richieste da pg e avvocato (documenti e cd con intercettazioni).

La Corte esce alle 13,39 e pronuncia l’ordinanza: esistono tre versioni diverse delle trascrizioni dei dialoghi tra il sopravvissuto e la moglie, e allora per eliminare ogni dubbio “è necessario affidare un nuovo incarico” per riprendere il lavoro e tradurre in italiano tutte le intercettazioni, per gran parte alla base della richiesta di revisione.

Quindi, ci sarà nuova perizia che sarà assegnata a un altro professionista da nominare all’udienza del 22 marzo.

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