Una figura carismatica attesa a Sinnai con grande curiosità. Frate Giuseppe “Beppe” Giunti,  francescano conventuale, volto noto per il suo impegno nelle carceri italiane, in particolare nella sezione collaboratori di giustizia del carcere San Michele di Alessandria, parlerà alla platea rispondendo anche alle domande al museo di via Colletta. L’appuntamento è per martedì alle 18.30.

Frate Giunti ha dedicato la sua vita al volontariato dietro le sbarre — come formatore nella cooperativa Coompany&, accompagnatore di uomini che hanno scelto di collaborare con la giustizia — portando testimonianze profonde su che cosa significhi cambiare vita, abbandonando il silenzio del crimine e abbracciando la responsabilità personale e il bene comune.

Nel corso dell’incontro parlerà e si discuterà di  legalità come dimensione concreta di convivenza sociale, del  carcere non come esclusione ma come spazio possibile di rieducazione, di come le scelte dei collaboratori di giustizia possono contribuire al bene comune, anche a costo di grandi sacrifici.
E, poi, ancora, dell’importanza della formazione e dell’educazione, anche artistica, come strumento di riscatto.

Temi tratti da alcune delle sue opere più significative, tra cui Padre nostro che sei in galeraI carcerati commentano la preghiera di Gesù, frutto della condivisione con i detenuti, e i suoi più recenti libretti che esplorano il ruolo trasformativo della scuola e delle relazioni familiari (moglie, figlie, sorelle) per chi vive sotto protezione.

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