Meloni (Pd): «La legge sull’invio dei detenuti 41 bis nelle isole è del centrodestra: ora serve fronte comune»
Il senatore sardo a Deidda (Fdi): «Non sminuisca il problema, dobbiamo lavorare insieme per la Sardegna». Comandini: «L’Isola non subirà senza farsi sentire»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il dibattito sul possibile rafforzamento della presenza di detenuti in regime di 41 bis in Sardegna si accende ulteriormente. A intervenire è il senatore sardo del Pd, Marco Meloni, che in una nota chiama direttamente in causa Fratelli d'Italia e il deputato Salvatore Deidda, chiedendo un fronte comune per evitare che l'Isola diventi la destinazione privilegiata dei detenuti di massima sicurezza.
«Leggo con stupore», afferma Meloni, «che mentre la società e la politica sarda si mobilitano contro il rischio di un trasferimento di massa dei criminali più pericolosi d'Italia, Deidda rassicura tutti, come se fosse in possesso di informazioni che il ministero nega da mesi agli altri parlamentari».
Il riferimento è alle dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove alla Conferenza unificata del 18 dicembre, quando è stata confermata l'intenzione di concentrare i detenuti in sette istituti «esclusivamente dedicati», tre dei quali in Sardegna: Sassari, Nuoro e Cagliari-Uta.
Secondo Meloni, non si tratta di una semplice separazione dei detenuti più pericolosi dal resto della popolazione carceraria, ma di una scelta politica precisa, finora poco trasparente. Al centro della polemica c'è l'articolo 41 bis, comma 2-quater, che prevede la collocazione dei detenuti «preferibilmente in aree insulari».
Quella norma, ricorda il senatore, «nasce con la legge 94 del 2009, il cosiddetto pacchetto sicurezza, votato dal centrodestra e contrastato dal centrosinistra».
«Noi vorremmo che tutti, a prescindere dagli errori commessi o da scelte di cui non si era compresa fino in fondo la portata, fossimo uniti in questa battaglia», è l'appello. Serve un fronte comune, conclude Meloni, «per abrogare una disposizione che rischia di condannare la Sardegna a diventare la destinazione prioritaria dei detenuti di massima sicurezza. Invito Deidda e Fratelli d'Italia a unirsi alla battaglia di tutti i sardi per il futuro dell'Isola».
Su tema interviene anche il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini: «Dal Governo ci attendiamo e pretendiamo lealtà e correttezza istituzionale. Non è accettabile che decisioni che possono turbare e modificare il tessuto sociale di interi territori e stravolgere l’organizzazione penitenziaria regionale siano calate dall’alto senza che ci sia stato preventivamente un adeguato coinvolgimento delle istituzioni regionali, delle comunità e delle popolazioni locali».
Le carceri sarde, sostiene Comandini, «ospitano un numero già elevato di detenuti di massima sicurezza: decidere che debbano essere destinate esclusivamente per i condannati al 41bis è una scelta politica irresponsabile e prepotente, che la Sardegna non subirà senza far sentire con forza la sua voce, a cominciare dal Consiglio regionale».
(Unioneonline/E.Fr.)
