Domani la farmacia del Poliambulatorio di Senorbì resterà chiusa, nonostante il giovedì sia il giorno di apertura settimanale.

Non una bella notizia per le tante persone della Trexenta, del Gerrei e di parte del Sarcidano, che hanno la necessità assoluta di potersi servire del presidio territoriale per il ritiro dei farmaci essenziali e dei dispositivi medici.

Intanto la protesta dei sindaci e dei cittadini ha portato un primo parziale risultato: è stata scongiurata la chiusura definitiva del servizio, il quale dovrebbe restare attivo una volta ogni 15 giorni.

È ancora troppo poco per un territorio con una significativa presenza di popolazione con oltre 65 anni d'età che sconta inoltre la mancanza di collegamenti e tutta una serie di problematiche legate all'isolamento dei piccoli centri.

La Trexenta è inoltre la zona della Sardegna con più alto tasso di diffusione di presidi residenziali socio-assistenziali per anziani.

Cardiopatici, diabetici, nefropatici e malati oncologici rischiano di sottoporsi a continui viaggi della speranza per ritirare medicinali indispensabili per la loro stessa sopravvivenza. Ed è soprattutto per questo motivo che le amministrazioni comunali hanno stretto un'alleanza per salvare il presidio.

L'Unione dei Comuni delle Trexenta, convocata dalla presidente Paola Casula, ha approvato un documento indirizzato alla Regione. "I pazienti in trattamento hanno diritto alla continuità terapeutica quale declinazione del diritto alla salute riconosciuto dall'articolo 32 della Costituzione", si legge nella mozione concordata con il consigliere regionale e sindaco di Barrali Fausto Piga.
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