Se n'è andata stringendo la mano del figlio Sergio, accudita sino all'ultimo dall'amore incondizionato dei familiari.

Aveva compiuto 100 anni lo scorso mese di maggio Aurelia Naitza, la nonnina di Selegas, nata però a Guasila dove la famiglia si era trasferita per alcuni anni.

La camera ardente è stata allestita nella casa funeraria Sanna di Senorbì per permettere alle tante persone che conoscevano e volevano bene all'anziana donna di porgerle l'ultimo saluto e stringersi attorno al dolore della famiglia.

Domani alle 15 si terrà il funerale nella chiesa parrocchiale Sant'Anna e San Gioacchino di Selegas. È stata la settima seleghese, a memoria d'uomo, ad aver raggiunto l'ambito traguardo del secolo di vita. Una vita difficile quella di Aurelia: il padre Raffaele (Licu) divenne totalmente cieco a causa di un grave infortunio durante la mietitura e suo fratello Vittorio morì a 16 anni.

L'altro fratello più piccolo Enrico a soli 18 anni partì sul fronte russo e la famiglia non ebbe più notizie sino alla fine della guerra. Tzia Aurelia ha messo al mondo cinque figli: Anna Maria, Antonino (1945), Mario (1947), Sergio (1951), Agostino (1955). La primogenita Anna Maria è nata nel 1943 nell'ospedale civile di Cagliari mentre erano in corso i bombardamenti degli alleati.

Il 23 settembre 1968, dopo lunghe sofferenze, il marito Gioacchino, che da alcuni anni faceva il collocatore, è morto lo stesso giorno e alla stessa ora di san Pio da Pietrelcina (Francesco Forgione), del quale era molto devoto. Mamma Aurelia non si è persa d'animo e ha allevato con fierezza la famiglia, si è adoperata per assicurare un futuro dignitoso ai figli.
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