I Palombari del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare in azione, questa mattina, per rimuovere un pericoloso ordigno ritrovato nelle acque di Porto Corallo.

La bomba, lunga un metro e mezzo, con un diametro di 50 centimetri e un peso di quasi mezza tonnellata, era stata individuata nei giorni scorsi da un sub, a una profondità di circa 15 metri.

Dopo la segnalazione alle autorità marittime sono state avviate le procedure di bonifica urgente, in quanto l'ordigno esplosivo "costituiva potenziale rischio per la pubblica incolumità".

"Non è la prima volta che interveniamo per cercare di rimuovere un ordigno esplosivo nelle acque della Sardegna, ma questa volta è stato difficile individuarlo benché lo stesso fosse di grosse dimensioni", ha spiegato il tenente di vascello Gabriele Paparo, che ha coordinato le operazioni.

LE IMMAGINI:

Porto Corallo: palombari in azione per recuperare un ordigno bellico
Porto Corallo: palombari in azione per recuperare un ordigno bellico
Porto Corallo: palombari in azione per recuperare un ordigno bellico
L'ordigno
L'ordigno
L'ordigno
La bomba era a 15 metri di profondità
La bomba era a 15 metri di profondità
La bomba era a 15 metri di profondità
L'imbraco dell'ordigno
L'imbraco dell'ordigno
L'imbraco dell'ordigno
Il manufatto è stato poi portato in superficie tramite un pallone sonda
Il manufatto è stato poi portato in superficie tramite un pallone sonda
Il manufatto è stato poi portato in superficie tramite un pallone sonda

"Il punto di rinvenimento - ha aggiunto - era all’interno di un enorme banco di posidonie che ha reso veramente complessa la ricerca di questo manufatto. Solo dopo un giorno intero di ricerche siamo riusciti a localizzarlo e identificarlo come una bomba d’aereo inglese da 1.000 libbre (circa 460 kg, ndr) risalente alla Seconda guerra mondiale. A questo punto abbiamo avviato le operazioni subacquee per imbracarla e recuperarla dal fondo, per poi rimorchiarla a distanza fino a raggiungere una zona di sicurezza in alto fondale, individuata dalla locale Autorità Marittima. Lì abbiamo effettuato un’ultima immersione per distruggere il grosso ordigno esplosivo secondo le consolidate tecniche tese a preservare l’ecosistema marino".

Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e distrutto un totale di 22mila ordigni esplosivi nelle acque italiane - mari, fiumi, laghi - 1.361 solo dall'inizio del 2018.

(Unioneonline/l.f.)

IL CASO A FANO:

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