Omicidio di Francesca Deidda, due piante nel bosco per nascondere il cadavere: «Comprate da Igor Sollai»
Trovati anche i vasi acquistati con la carta di credito dell’autotrasportatore. Ora potrebbe essere sottoposto a giudizio immediatoPotrebbe essere chiesto il giudizio immediato per Igor Sollai, l’autotrasportatore di San Sperate accusato di avere ucciso la moglie, Francesca Deidda, e di averne nascosto il cadavere tra i monti di San Priamo, lungo l’Orientale Sarda, chiuso in un borsone da palestra. Per gli investigatori, la prova-regina della presunta responsabilità del 43enne di San Sperate arriverebbe da due piante di “viburno lucido”, un’essenza sempreverde che cresce velocemente e può raggiungere i cinque metri d’altezza, trovate (ancora con la zolla attaccata alle radici) proprio nel punto dove era nascosto il cadavere della moglie, svanita nel nulla il 10 maggio scorso.
Proprio il fatto che quelle due piante non c’entrassero nulla con il resto della macchia mediterranea e che avessero ancora quella zolla attaccata ha spinto gli inquirenti a perlustrare l’intera zona attorno al punto dove era il corpo. Percorrendo un sentiero che costeggia una rete metallica, i carabinieri - coordinati dal pm Marco Cocco - hanno così trovato un anfratto che nascondeva dei bidoni (all’interno pare siano state trovate tracce d’acqua) e due vasi di plastica compatibili con le ricerche.
Questa, per gli investigatori, sarebbe la prova-regina. Dai codici a barre sui vasi si è scoperto che gli articoli sono stati acquistati il 15 maggio a Elmas con la carta di credito dell’autotrasportatore.