"Siamo stati lasciati soli ma ci siamo attrezzati".

Lo afferma Alessio Setti, direttore della cooperativa onlus Lago e Nuraghe che gestisce la casa di riposo Monsignor Serci di Nuraminis, dove si è sviluppato un preoccupante focolaio di coronavirus.

Sette dipendenti e 35 anziani contagiati, con tre donne morte dopo il ricovero al Santissima Trinità di Cagliari. La strutura conta una quarantina di ospiti con un'età media di 87 anni, le persone al momento positive sono tutte sintomatiche e curate sotto la supervisione del medico di base del paese con farmaci e ossigenoterapia.

"Due settimane fa abbiamo scoperto il primo caso e abbiamo allertato i servizi sanitari, ma a parte dei contatti telefonici ci siamo sentiti soli, così, grazie al medico di base, abbiamo iniziato la terapia in struttura e ora la situazione, che rimane preoccupante, è stabilizzata", spiega Alessio Setti.

"Abbiamo trasformato la casa per rendere più efficace l'isolamento degli ospiti, abbiamo assunto nuovo personale e continuiamo a difendere gli ospiti e i servizi, regolando i contatti con i familiari attraverso videochiamate o telefonate", continua.

Da 15 giorni "stiamo riuscendo con il massimo sforzo a contenere la circolazione del virus e due giorni fa dall'ospedale è stato dimesso un ospite che stiamo continuando a curare qui. E' un grosso impegno e noi siamo una grossa onlus che opera da trent'anni, ma mi chiedo cosa possa succedere in piccole strutture che non possono attrezzarsi".

(Unioneonline/L)
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