Ogni volta i proclami sul “benessere” delle esercitazioni militari in terra di Sardegna sono altisonanti come le esplosioni che frantumano senza tregua promontori e insenature di Capo Teulada. Gli annunci di “ricadute positive” sono da tempo preconfezionati come in un manuale per imbonitori di Stato a buon mercato. La rinascita economica, qui, nell’estremo sud dell’Isola, non ha mai viaggiato di pari passo con gli irruenti cingoli dei carri armati che sfregiano in ogni modo quella che un tempo fu terra di contadini e pastori. Nell’ultima riunione del Comipa, quello che doveva essere un comitato misto paritetico Stato – Regione per attenuare la pressione delle servitù militari in Sardegna, il mandato di dispensare leccornie, ricchi premi e cotillons, i palazzi di Roma, lo hanno affidato ad un alto graduato.

Ammiraglio benefattore

Nientemeno che ad un Ammiraglio di Divisione, Fabio Agostini, spedito nell’Isola per raccontare quanto fosse “bello” e “pulito” bombardare le coste della Sardegna, ma, soprattutto, quanto avrebbero guadagnato i sardi da cotanta “meraviglia” bellica catapultata da mezza Europa per la grande “guerra”, quella per respingere il nemico che attacca uno Stato alleato. Il verbale del Comitato, quello che da tempo non attenua più niente, è la prova regina di quel “verbo” di Stato che dovrebbe incantare minorenni e maggiorenni, giovani e attempati.

I miracoli annunciati

Il virgolettato è un proclama in salsa militare, quasi un trionfo di ricchezza spumeggiante pronto ad irrorare con ogni ben di Dio l’asfittica economia di Teulada e dintorni. Racconta a verbale, l’Ammiraglio di Stato: «L’esercitazione Noble Jump 2023 determinerà una positiva ricaduta economica sul territorio con la presenza di migliaia di persone, assicurata con la fornitura di pasti, servizi di lavanderia, lavori edilizi per migliorare la ricettività, tutti servizi forniti a livello locale». Peccato, però, che di quei “santi” propositi nemmeno uno si sia tradotto in miracolo.

Sipario sui conti

Quando il sipario sull’esercitazione anti-Russia di Teulada sta calando e il proscenio di “Mare Aperto 2023” si sta per aprire, non resta che tentare di scardinare i conti della Difesa, per comprendere i rivoli della spesa pubblica, quella che molto spesso si cela dietro atti secretati o, comunque, blindati in procedure mai pubbliche, sempre a trattativa di fatto privata e diretta. Quello che vi stiamo per raccontare è un viaggio esclusivo dentro una marea di atti che prevedono una procedura per pochi eletti: «affidamento diretto anche senza previa consultazione di due o più operatori economici». Una formula che non ha bisogno di commenti, soprattutto se si considera che l’esercitazione era prevista sin dal 2020, con tutti i tempi abbondantemente sufficienti per espletare gare trasparenti e con la massima evidenza pubblica.

Carosello di acquisti

Niente di tutto questo nello scrigno blindato dell’amministrazione militare della Difesa. Le voci di spesa per un’esercitazione che ha mobilitato nove nazioni, con tremila militari dichiarati, sono un vero e proprio carosello inatteso di acquisti fatti in fretta e furia, con imprese e società spuntate dal nulla, con una caratteristica su tutte: nessuna di queste è sarda. Nella terra dell’acqua minerale riconosciuta come la migliore al mondo ti aspetteresti che, visto il ricorso alla trattativa diretta, almeno l’acqua la si possa acquistare in Sardegna. Invece, niente. Manco acqua, nell’Isola dei Nuraghi. L’atto dispositivo n.441 del 18 aprile del 2023 è una “confessione” in piena regola: il mandato all’acquisto è pomposamente affidato alla gloriosa Brigata Sassari, nominata sul campo Host Nation Support Unit.

Marea di acqua naturale

Da acquistare c’è una marea di bottigliette d’acqua da mezzo litro per dissetare le truppe sul fronte di Teulada per i venti giorni di guerra. Il dispositivo d’acquisto è roba da “Nasa” delle leggi, con più di trenta norme richiamate per sorreggere una compravendita di acqua minerale che si consuma, però, tutta a trattativa privata e senza alcuna competizione. È imperativa la formula adottata dal capo del servizio amministrativo della Brigata: «dispongo l’affidamento alla ditta Campania Alimentare, via della Stadera 160, Napoli, della fornitura di 374mila bottiglie d’acqua oligominerale naturale da mezzo litro per il prezzo a bottiglietta di 0,21 euro». In pratica, per dissetare le truppe dislocate sulla punta avanzata della Sardegna verso l’Africa, i Generali sono andati a comprare l’acqua a Napoli, 526 km in linea d’area da Sa Portedda, base operativa del Poligono interforze di Teulada. Il mandato di pagamento è imponente: 78.540 euro, senza Iva, perché per le esercitazioni non si paga. Quel che sorprendono sono le date degli atti: il provvedimento di affidamento è del 18 aprile, quando la prima fornitura, 15.624 bottiglie, era prevista per il 15 marzo. Anche la scansione delle consegne è un mistero, visto che il giorno dopo la chiusura dell’esercitazione, il 15 maggio, era previsto un quantitativo d’acqua, 39.312 bottiglie, quasi pari ai giorni di punta.

Prezzo al “buio”

Di certo il prezzo di vendita non si può comparare: la società campana non aveva concorrenti essendo stata scelta direttamente senza alcuna gara pubblica. Difficile invocare le clausole consuete della Difesa, quelle della riservatezza della fornitura o del copyright: l’acquisto in Campania dell’acqua per le esercitazioni in Sardegna non ha spiegazione plausibile. Non cambia per la colazione, che i reparti stranieri schierati chiedono a “connotazione internazionale”: aggiudicazione ad un raggruppamento temporaneo di imprese con sede a Bologna. Anche in questo caso negli atti di affidamento non risulta nessuna competizione tra società: l’aggiudicazione di 240 mila euro di bacon e croissant è in esclusiva alla società emiliana.

Le solitarie di Lamezia

Ma se questo è il “prezzo” del mangiare e bere non va certo meglio per le spese ancora più rilevanti. Due sono gli interventi per “Noble Jump 2023”, previsti a Teulada, che balzano vertiginosamente agli occhi: la manutenzione delle piazzole di “attendamento” per il personale in addestramento, 1.400 militari, e opere complementari, per la bellezza di ben 3 milioni e 368 mila euro e la manutenzione del fabbricato n.50, ex mensa, ed opere complementari nel poligono di Teulada per 834mila euro. In pratica sistemare le aree per piazzare le tende dei vari reggimenti e rimaneggiare un fabbricato. Niente di trascendentale, insomma. Niente di segreto. Peccato, però, che i due affidamenti abbiano un comune denominatore: nonostante un invito plurimo a diverse ditte stranamente nessuna si presenta, tranne un’impresa di Lamezia Terme, piena Calabria. Propone un ribasso dell’8,90% sul capitolato e si aggiudica, per oltre 3 milioni di euro, in totale solitudine, la sistemazione a colpi di ruspa delle piazzole per il soggiorno sotto le stelle dei militari. Non va diversamente per la manutenzione dorata del fabbricato numero 50 della Caserma Pisano, sempre nell’enclave Nato di Teulada. Anche in questo caso alla chiamata risponde una sola impresa, e come nel precedente affidamento, ha una residenza già nota: Lamezia Terme, Calabria. Due imprese diverse, ma con un’unica provenienza.

L’affare calabro a Teulada

Ci sono, però, dettagli che è meglio circoscrivere per non omettere niente: l’impresa che dovrebbe aver sistemato le piazzole per le tende a Teulada, per ben tre milioni di euro, nel 2022 ha dichiarato un fatturato di appena un milione e 290 mila euro, con appena 8 dipendenti. La sede dichiarata dell’impresa nel centro calabro non ha nemmeno una targa esterna e le attività all’interno dello stabile sembrano tutte fuorché legate ad un impresa di costruzioni o movimento terra. Non cambia per l’altra impresa aggiudicataria dei lavori dentro la Caserma Pisano, sempre per Noble Jump 2023. A fronte di lavori per oltre 800 mila euro da farsi a Teulada, l’impresa di Lamezia Terme, nell’ultimo anno, ha dichiarato un fatturato di appena 494 mila euro, con appena sei dipendenti. La sede appare quella di un negozietto di paese che ripara pompe di calore e rubinetti. Tant’è, però, che sono state in grado, da Lamezia Terme, di aggiudicarsi, in perfetta solitudine, due lavori milionari dall’altra parte del Tirreno, nell’Isola di Sardegna, alla faccia delle imprese sarde.

Rifiuti e fogne d’oro

Non è finita. Sia per la raccolta dei reflui fognari che dei rifiuti solidi urbani si aggiudica l’appalto una società di Roma che riesce a proporre un ribasso del 67%, come dire che la previsione di spesa era campata per aria. L’Esercito, infatti, aveva previsto di spendere per lo smaltimento fognario 370 mila euro e, invece, proprio dove partecipano più imprese, spenderà meno di 122 mila euro con un risparmio di 250mila euro. Ultima annotazione, tra gli acquisti per l’esercitazione di Teulada anche cinquemila euro di «poltrone ergonomiche necessarie allo svolgimento dell’esercitazione per conto ed a favore delle Forze Nato». È proprio il caso di dire che per alcuni si tratta di una guerra giocata in poltrona, persino ergonomica. Alla faccia del “benessere” annunciato in pompa magna in terra di Sardegna.

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