Per lui era un'abitudine, salire in sella alla sua bici e percorrere piste e strade per passare qualche ora senza pensieri. Anche ieri mattina Bruno Mascia, 68 anni, di Selargius, approfittando della giornata primaverile, ha percorso la pista ciclabile del Poetto, mai pensando che a casa non sarebbe mai tornato: a causa di un malore ha perso il controllo, andando prima a urtare un ragazzo che correva e poi cadendo per terra, privo di sensi. Inutili i tentativi di rianimarlo davanti a decine di sguardi attoniti: è morto poco dopo e, ai medici del 118 arrivati con il defibrillatore, non è rimasto che coprire il suo corpo con un telo. La vita di Mascia è stata spezzata da un infarto improvviso che non gli ha lasciato scampo. Eppure non era un ciclista della prima ora, anzi era allenato e abituato a macinare chilometri, ma il suo cuore non ha retto.

La passeggiata

Accade tutto intorno alle 11 in un Poetto affollato grazie alla bella giornata, che ha richiamato nella passeggiata tantissime presone che camminavano, correvano o portavano a spasso il cane. Mascia è in bici e pedala a passo d'uomo. Succede tutto in pochi attimi: si sente male, va a sbattere contro un corridore e cade. Qualcuno lo nota e chiama immediatamente i soccorsi. In attesa dell'ambulanza, non c'è però nessuno che sappia praticare un massaggio cardiaco, né che sia a conoscenza del fatto che all'ingresso de La Marinella c'è un defibrillatore. I soccorsi arrivano poco dopo: tre ambulanze assieme ai carabinieri e alla Polizia locale, che tiene lontana la folla che cerca di avvicinarsi per capire che cosa succede. Si cerca disperatamente di rianimare l'uomo con il defibrillatore, ma è inutile: Bruno Mascia non ce la fa. Il suo corpo è ora coperto con un telo.

L'allarme improvviso

«Stavamo lavorando lungo la passeggiata», racconta uno dei giardinieri della Ip Impresa servizi Filippo Puppa, «quando abbiamo visto quel capannello di gente. Ci siamo avvicinati, abbiamo visto i medici che tentavano disperatamente di salvare il ciclista, ma poi si sono dovuti arrendere. È stato terribile, una scena davvero triste».

Numerosi testimoni

Seguono momenti concitati. Mascia non ha documenti con sé e ci vuole un po' di tempo per capire chi fosse. «Ho visto tutto», racconta un ciclista Paolo Campus, «abbiamo notato le ambulanze e ci siamo fermati. Poi abbiamo scorto il lenzuolo. È una tristezza assoluta. Un nostro amico ha riconosciuto la bicicletta. Sono molto dispiaciuto. Lui era nella pista ciclabile, stava procedendo pianissimo. Si è sentito male ed è andato addosso a uno che stava correndo. Una cosa bruttissima che ci ha lasciato senza parole». Sono tantissime le persone che cercano di avvicinarsi per sapere cosa stia succedendo. «Stavo passeggiando con mia figlia», racconta Giovanni Manca, «ho visto le ambulanze e i carabinieri e poi quella sacca termica: ho capito che era morto qualcuno. In una zona come questa, dove tanti fanno sport, ci vorrebbero indicazioni per capire dove sono sistemati i defibrillatori».

Giorgia Daga

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