Ha iniziato il suo turno nella Medicina del San Marcellino alle 12 di venerdì, avvisando subito i superiori che sarebbe stata sola e non avrebbe avuto il cambio. Così, la dottoressa Maria Luisa Soddu, 59 anni, ha continuato a lavorare per 33 ore, anche dopo che – a mezzogiorno di ieri – nella corsia del suo reparto dell’ospedale di Muravera si sono presentati i carabinieri, chiamati per registrare l’emergenza.

Con vari colleghi in malattia e un organico all’osso, la dirigente medico originaria di Alghero e in servizio nel piccolo nosocomio del Sarrabus dal 2008 è stata costretta a restare in turno, sempre da sola e ininterrottamente, sino alla tarda sera di ieri. Alle 21 nell’ospedale sono stati fatti i cambi tra la Chirurgia e il Pronto soccorso e in Medicina è arrivato il sostituto.

La diffida

«Che la situazione fosse critica l’avevo già segnalato da tempo», chiarisce l’avvocato Giacomo Doglio, legale della dottoressa, «avevo inviato una diffida il 22 novembre perché al San Marcellino c’erano dirigenti medici che stavano facendo anche 50 ore di lavoro settimanale, tra i quali due con i permessi per assistere familiari disabili (legge 104) che non potevano dunque nemmeno chiedere i permessi. Abbiamo denunciato anche la grave situazione psicofisica nel quale sono costretti a lavorare».

Nell’ospedale di viale Rinascita ormai da giorni la situazione è difficile: dei cinque medici in servizio nel reparto di Medicina, tutte donne, al momento quattro sarebbero in malattia. Nei giorni scorsi, da Cagliari, i vertici dell’Asl pare avesse deciso di precettare a Muravera due medici, con tanto di ordine di servizio già notificato, ma anche loro sarebbero entrati in malattia. Risultato? Sino a ieri sera la dottoressa Soddu non aveva un cambio turno, costretta a restare in corsia per non lasciare scoperto il reparto.

L’arrivo dei carabinieri

A mezzogiorno di ieri sono così arrivati i carabinieri del Nucleo radiomobile della Compagnia di San Vito, chiamati proprio perché la donna non poteva lasciare l’ospedale ben oltre la fine del suo turno. I militari hanno segnato tutto, ma al momento non sarebbe stata inoltrata nessuna comunicazione alla pm di turno, la sostituta procuratrice Rossella Spano. Non è escluso che una relazione possa essere inviata in Procura nei prossimi giorni, ma è più probabile che la vicenda abbia uno strascico giudiziario in sede civile. «Dalle 12 di venerdì uno dei dirigenti medici è al lavoro ininterrottamente per 32 ore», ha chiarito l’avvocato Doglio verso le 20 di ieri, «la situazione è insostenibile».

Il sindaco Salvatore Piu (L'Unione Sarda)
Il sindaco Salvatore Piu (L'Unione Sarda)
Il sindaco Salvatore Piu (L'Unione Sarda)

L’emergenza

A sottolineare le difficoltà è anche il sindaco di Muravera, Salvatore Piu, che è stato medico in servizio per quarant’anni, gli ultimi come primario all’ospedale Marino di Cagliari. «Ci sono problemi a coprire i turni in ospedali ben più grandi del nostro», ha sottolineato, «io speravo che i grandi presidi ospedalieri andassero in soccorso dei piccoli, ma sta avvenendo l’opposto: i piccoli sono andati in soccorso dei grandi. E ora la carenza di medici e infermieri sta diventando pesante».

La soluzione

Verso le 20 di ieri si stava ancora cercando una soluzione per tamponare l’emergenza. A lavorarci le direzioni del Pronto soccorso e della Chirurgia. L’ipotesi in campo? Che un chirurgo andasse a coprire il posto nel reparto d’emergenza-urgenza, mentre uno dei sanitari del Pronto soccorso si sarebbe dovuto rendere disponibile per consentire alla dottoressa Maria Luisa Soddu di tornare a casa. Solo dopo 33 ore consecutive di lavoro la dirigente ha potuto passare le consegne al sostituto.

A pesare ci sarebbero la positività al Covid di alcuni medici, costretti dunque a restare in quarantena, oltre all’organico ormai ridotto. L’intervento dei carabinieri di ieri ha fatto così deflagrare una situazione che era già stata segnalata da giorni, ma che potrebbe ripetersi se non si corre ai ripari.

Francesco Pinna

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