Non è riuscita a trovare pace nemmeno dopo morta. Logorata dall'Alzheimer che l'aveva colpita a soli 62 anni, Bianca Mongelli si è arresa lo scorso 29 giugno e da allora non ha ancora avuto una degna sepoltura.

Il suo corpo è "parcheggiato" da più di due settimane in una cella frigorifera del cimitero di via Marconi perché dal Comune non è arrivato l'ok alla cremazione. Per procedere infatti con il trasferimento della salma a Cagliari nel forno crematorio è necessaria l'autorizzazione di tutti i figli. Uno di questi però, da tempo trasferito a Londra, è irreperibile e così di fatto la signora Mongelli non può trovare la pace dell'eterno riposo, costretta a stare dentro una cella frigorifera tra la disperazione e lo sconforto dei parenti.

Il dramma

Cagliaritana, Bianca Mongelli aveva cambiato la residenza a Quartu sei anni fa quando si era trasferita in città con la figlia e il genero. Tempo dopo, quando la malattia non aveva più reso possibile l'assistenza domiciliare, era stata trasferita in una struttura specializzata in centro, dove aveva fissato il domicilio.

«Stiamo vivendo una storia tragi-comica», spiega il genero della donna, Nino Serventi, «dopo dieci anni di sofferenza purtroppo il 29 giugno mia suocera ci ha lasciati ma mai ci saremo potuti immaginare quello che invece è successo».

La defunta, non cattolica ma aventista del settimo giorno, aveva scritto quelle che erano le sue volontà da mettere appunto in pratica al momento della sua morte.

La sepoltura

«Il suo desiderio», prosegue il genero, era di essere sepolta nel terreno del cimitero di San Michele a Cagliari, riservato a tutte le persone di fede non cattolica. Ma già qui abbiamo avuto il primo rifiuto: la sepoltura a San Michele è infatti consentita ai soli residenti a Cagliari e a nulla sono servite le nostre suppliche dal momento che la residenza a Quartu era stata cambiata soltanto per motivi sanitari». Così figlia e genero hanno pensato a cosa fosse meglio fare per non contrastare troppo con le volontà della donna. «Dal momento che mai e poi mai sarebbe voluta finire in un loculo», prosegue Serventi, «abbiamo pensato che la cremazione fosse la scelta più giusta».

I problemi

Ma dietro l'angolo ci sono altri problemi: «Abbiamo fatto tutto quello che bisognava fare ma al Comune ci hanno detto che occorreva l'autorizzazione di tutti i figli. Mia moglie ha un fratello che si trova in Inghilterra ma purtroppo è irreperibile. Ci abbiamo provato in tutti modi ma non riusciamo a trovarlo». Così sono passati i giorni con Bianca Mongelli ancora chiusa nella cella frigorifera.

«Noi non chiediamo niente, vogliamo soltanto poter dare una degna sepoltura a mia suocera. È una situazione al limite del paradossale. Pensare che lei è al cimitero e che non riesce a trovare pace nemmeno adesso, dopo lo strazio che ha dovuto passare, ci distrugge. Chiediamo al Comune di darci l'autorizzazione e di consentire la cremazione. Non possiamo lasciarla lì fino a chissà quando perché non si riesce a trovare l'altro figlio».

La cremazione era in programma ieri mattina ma è stata rinviata a data da destinarsi proprio perché il Comune non ha rilasciato l'autorizzazione.

È l'ennesima beffa per una donna buona e generosa, colpita dall'Alzhemier quando aveva 62 anni. E proprio per questo la malattia è stata molto aggressiva portandola alla morte in soli dieci anni. «Vogliamo solo che riposi in pace», dicono ancora il genero e la figlia, «stiamo provando un dolore atroce a pensarla lì senza poter nemmeno riposare in pace».

Giorgia Daga

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