Tolleranza zero verso commenti, post e frasi ingiuriose o diffamanti sul web.

La calunnia è un venticello, ci insegna Gioacchino Rossini nel "Barbiere di Siviglia". E per impedire a quel venticello di diventare bufera e coinvolgere tutto e tutti che la giunta comunale di Senorbì ha deciso di dichiarare guerra (preventiva) agli insulti e alle diffamazioni sui social network.

"Dobbiamo pur difendere il paese dall'odio e dalle falsità", spiega il sindaco Adalberto Sanna.

La giunta ha approvato la proposta di delibera che prevede di rivolgersi "a un legale esperto nell'ambito penale per la tutela del buon nome e dell'immagine dell'ente Comune di Senorbì".

Nel testo della delibera ci sono sia gli obiettivi che le motivazioni della decisione: "È necessario stabilire e rispettare il confine tra la libertà di espressione e la calunnia o diffamazione, spesso finalizzata a infangare il nome e l'immagine dell'ente, sia degli organi politici che dei dipendenti".

Contrari i rappresentanti dell'opposizione. "Sembra più un'azione intimidatoria nei confronti dei cittadini e della loro libertà di critica", dice Luigi Conti.
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