C’è una Fiat Balilla che attraversa i paesi del Sarrabus e del Gerrei. Ci sono i soldati, i minatori, la vita in Sardegna in epoca fascista. Tutto questo nei giorni scorsi (e si andrà avanti sino al mese di maggio, soprattutto il sabato) grazie alle riprese di “Solo Pietre”, un film ambientato nel 1940 con l’obiettivo di promuovere l’immenso patrimonio archeologico del territorio.

Ieri il set a Villasalto: il paese è ritornato indietro nel tempo, i cittadini (come comparse) hanno preso parte alle riprese e, soprattutto, la macchina da presa dell’abile regista muraverese Gabriele Carrus è arrivata sin dentro le miniere di Su Suergiu. La storia è infatti quella di un ingegnere minerario di origine sarda, Luigi, mandato in Sardegna per incrementare la produzione di antimonio in  vista dello scoppio della guerra. Luigi nel suo viaggio riscoprirà le meraviglie dell’antica civiltà nuragica e ne diventerà uno strenuo difensore.

Cinque i Comuni coinvolti: Muravera, San Vito, Ballao, Villasalto, Armungia ed Escalaplano (con qualche piccola scena girata anche in altri Comuni). Il direttore di produzione è Martino Zedda, anche lui di Muravera e fondatore del progetto Archeo Sarrabus. Co-produttrice è l’associazione Limen presieduta dal giovane consigliere comunale di San Vito Danilo Melis.

Nel cast, oltre agli attori, tante comparse locali come, appunto, sta accadendo a Villasalto in questi giorni. La sceneggiatura è a cura di Massimo Mazzoni, il direttore della fotografia è Luca Valdes, il compositore Gabriele di Girolamo. Il film, della durata compresa fra i 40 e i 60 minuti, dovrebbe essere presentato al pubblico nel mese di giugno.

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