«Igor Sollai resti in carcere», la Procura dice no alla richiesta di domiciliari
Secondo i legali del 43enne non sussiste il pericolo di fuga: «I soldi al fratello in Olanda? Erano prestiti»Igor Sollai e Francesca Deidda
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«Igor Sollai deve rimanere in carcere». Il procuratore generale della Corte di Cassazione a Roma è convinto che sia corretta la decisione del tribunale del Riesame di Cagliari di negare i domiciliari al 43enne autotrasportatore di Assemini, in cella a Uta dall’otto luglio scorso con l’accusa di aver ucciso nella loro casa di San Sperate la moglie Francesca Deidda, 42enne di Elmas, operatrice di un call center.
L’udienza
Ieri, davanti alla Corte Suprema, gli avvocati difensori di Sollai hanno ribadito la loro richiesta di revisione della decisione del Riesame di Cagliari. Secondo gli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba non sussiste pericolo di fuga dell’indagato, nè di reiterazione del reato o di inquinamento di prove. «É vero – hanno detto i due avvocati ai giudici della Cassazione – che Igor Sollai aveva spedito somme di denaro in diverse tranche al fratello emigrato in Olanda, ma non per prepararsi a una fuga: si tratta di piccoli prestiti e di denaro incassato per la vendita di oggetti on line da dividere tra i due. Non esiste pericolo di reiterazione del reato né di inquinamento delle prove: tutti gli elementi necessari per le indagini sono già stati acquisiti dalla Procura».
Di diverso avviso era stato il Tribunale del Riesame di Cagliari, che aveva posto l’accento anche sui gravi indizi di colpevolezza di Igor Sollai. L’autotrasportatore si è sempre dichiarato innocente, dal giorno del suo arresto, avvenuto l’8 luglio scorso, sino a oggi, mentre gli indizi a suo carico continuavo ad allinearsi sul tavolo degli investigatori.
L’inchiesta
Di Francesca Deidda non si avevano più notizie dal 10 maggio. Sono state le sue colleghe a segnalare l’assenza dal lavoro al fratello Andrea, che ha presentato denuncia di scomparsa il 31 maggio. Il corpo senza vita della donna è stato ritrovato lungo la vecchia Orientale, a Sa Picocca, il 18 luglio. L’autopsia ha spiegato che è stata uccisa nel sonno nel divano di casa con diversi colpi di un oggetto contundente alla testa. Il pm Marco Cocco si è convinto della colpevolezza di Igor Sollai dall’esame dei tracciati dei navigatori satellitari delle vetture a lui in uso, spesso presenti a Sa Picocca; dai controlli dei telefonini e dei computer a sua disposizione; dal movente (aveva un’altra donna e poteva incassare un’assicurazione sulla vita firmata insieme alla moglie); dall’acquisto di alcune piante rinvenute vicino al corpo senza vita della moglie che crescendo avrebbero potuto occultare per sempre il cadavere; dalle poco convincenti posizioni sostenute durante gli interrogatori di garanzia.
I giudici della Cassazione decideranno entro la giornata di lunedì se Igor Sollai dovrà restare in carcere oppure se sarà assegnato ai domiciliari.