«Grazie di tutto, Sardegna. Torneremo, per sempre: la vita lì ci è piaciuta tantissimo». Una storia con un lieto interludio e una fine ancora da scrivere quella vissuta da Daniel e Varonika Suttó e dal loro figlioletto Filip, di quattro mesi (e ormai di quattro chili di peso). A fine luglio la coppia era arrivata dalla Slovacchia per il viaggio di nozze. Lei era incinta, alla ventiseiesima settimana. I due giovani pensavano di riuscire a godersi un periodo di sole e relax durante l’estate sarda. Invece il piccolo ha dimostrato molta fretta di venire alla luce, troppo presto, mentre si trovavano a Tortolì. 

Veronika era stata ricoverata al Policlinico e Daniel aveva lanciato un appello sui social: aveva chiesto una mano per trovare un alloggio, un’auto per potersi spostare. Sapeva già che la vacanza si sarebbe trasformata in una lunga permanenza, per aiutare il piccolo prematuro che sarebbe arrivato a breve. L’ondata di solidarietà era stata impressionante. E la coppia slovacca era stata sommersa da proposte di sostegno. 

È andato tutto bene. Il piccolo è nato alle 21,51 del 2 agosto. Da allora mamma e papà, saliti alla ribalta delle cronache,  hanno fatto la spola verso l’ospedale partendo da una casa che è stata messa a disposizione a Monserrato. Mentre il piccolo era in Rianimazione, in un’incubatrice. Quattro mesi, ed è diventato sano e forte. 

«Il 7 dicembre siamo tornati a casa, in Slovacchia», racconta ora Daniel, «Abbiamo superato momenti difficili, grazie a tutti i medici e infermieri. Il loro approccio è stato perfetto. Siamo incredibilmente contenti che  Filip abbia scelto la Sardegna», prosegue il papà, «ci ha mostrato com'è bella la vita  sull’Isola». Per la coppia «è difficile lasciare questa bellissima terra. Abbiamo conosciuto tante persone meravigliose con le quali abbiamo stretto amicizie uniche». 

Tanto innamorati della Sardegna, Daniel e Veronika, che lui adesso assicura: «Stiamo pensando di trasferirci per sempre, tra al massimo un anno. Qui da noi, di giorno, ci sono tre gradi. Lì da voi, invece...». 

Enrico Fresu 

© Riproduzione riservata