Ha preso un foglio e una penna per scrivere ai figli prima di uccidere la moglie inferma e togliersi la vita. Poche righe per spiegare il motivo del suo gesto e chiedere perdono. Quella moglie in carrozzella affetta da demenza senile, le proprie condizioni di salute (gli avevano diagnosticato un tumore al colon): ecco le ragioni che hanno indotto Antonio Pisu, 84 anni, a compiere il gesto estremo. L'ex assicuratore non aveva mai fatto mancare nulla alla moglie Giuseppina Picciau, 81 anni. Ma entrambi soffrivano. Meglio farla finita, si è detto l'uomo, e chiedere perdono ai figli.

Venerdì pomeriggio Antonio Pisu ha imbracciato il suo fucile e ha fatto partire un primo colpo per uccidere la donna. Poi un secondo sparo, contro se stesso. Il corpo del pensionato è caduto vicino a quello della moglie. È finita così la lunga storia d'amore fra due persone che hanno sempre vissuto nel culto del matrimonio e della famiglia: gente per bene, conosciuta e stimata. Una vicenda tristissima. Quartucciu è sotto choc.

Le indagini

La dinamica dell'accaduto è apparsa subito chiara ai carabinieri di Quartu, appena entrati nella casa campidanese dei due coniugi, in via Neghelli: il ritrovamento della lettera d'addio del pensionato è stato una conferma del quadro.

In casa al momento dell'omicidio-suicidio c'era solo la badante ucraina della coppia. La donna ha sentito i due spari in rapida successione, ha scoperto i due cadaveri, è uscita in strada e ha dato l'allarme.

Domani le autopsie

Le salme si trovano nell'obitorio del cimitero di Selargius: domani sarà il medico legale Roberto Demontis a eseguire le autopsie. Ma il caso appare già chiuso. Ieri il maggiore Valerio Cadeddu, comandante dei carabinieri di Quartu, ha trasmesso un rapporto alla Procura della Repubblica.

Davanti al circolo

I funerali si svolgeranno probabilmente martedì a Quartucciu, dove una comunità incredula attende in silenzio, sgomenta.

Quei due spari e le grida della badante sembrano rimbombare nei pensieri degli anziani seduti davanti al loro circolo, in via Nazionale. Antonio e Giuseppina li conoscevano bene. «Lui era quartuccese doc», afferma Paolo Fois, senza sollevare lo sguardo dal giornale: «Lei era arrivata qui quando si era sposata, una donna a modo».

Insieme sino alla fine

Mezzo secolo di vita insieme, tre figli: una bella famiglia. Antonio e Giuseppina hanno vissuto tutta la vita insieme, e lui ha deciso che insieme se ne sarebbero andati. «Erano anni che Tonio si prendeva cura di lei, vivevano in simbiosi», commenta Giuseppe Paderi: «Lui stava male, sapeva che il cancro lo avrebbe portato via prima di sua moglie. Non l'avrebbe mai lasciata sola, viveva per lei».

Qui nessuno prova biasimo per la scelta di un marito apparentemente forte ma stanco, schiacciato dalla solitudine e dalla malattia, la sua e quella della sua amata. Un malessere che lo aveva reso fragile e vulnerabile, togliendogli ogni speranza e portandolo alla decisione di porre fine a ogni dolore. «Solo lui sa cosa ha provato», mormora Paolo Fois.

Gesto d'amore e di pietà

«È stato un gesto di pietà nei confronti di chi soffre», sostiene Luca Pisano, psicologo e psicoterapeuta a Cagliari: «Un gesto d'amore. Un segnale della profonda umanità che c'era in questa persona, che davanti alla sofferenza della moglie e alla prospettiva di non potersene più prendere cura ha deciso di porre un limite alla vita. I termini "tragedia", "omicidio", "suicidio" hanno una dimensione emotiva e giuridica, ma delegati da ciò che accade nella realtà emotiva. In realtà è stato un atto d'amore: l'essere umano si mette nei panni dell'altro e capisce che è arrivato il momento di dire basta».

Raffaele Serreli

Francesca Melis

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