Lui, Fabrizio Corona, non ha mezze misure. "Io sono come Padre Pio", dice con assoluta convinzione.

"Ciò che dico lo penso davvero", ribadisce a scanso di equivoci. Le ragazzine gridano il suo nome mentre anche qualche signora avanti con gli anni cerca di farsi spazio tra la folla.

Corona, ospite del Mondadori bookstore del centro commerciale I Mulini, arriva a Selargius in anticipo, un quarto d’ora dopo le 16. Compare in tenuta sportiva, occhialini alla moda e coppola nera sulla fronte. Ad attenderlo ci sono un centinaio di persone.

È qui per presentare il suo sesto libro, la terza autobiografia: "Dovrei scriverne cento, perché ogni due anni la mia storia diventa ricca di eventi e di cose che comunque riguardano la storia d'Italia. È giusto raccontarle e scriverle, perché io sono un pezzo d’Italia".

Davanti a lui una platea quasi interamente al femminile. Gridano il suo nome, cercando di attirare l’attenzione e di conquistare un posto in prima fila. Lui, che annuncia un futuro in politica, si concede senza tanto entusiasmo ai selfie e non regala troppi sorrisi.

Dice di essere stanco e di essere un pezzo d’Italia, mentre la folla osannante continua a dipingerlo quasi come un martire. "Se la prendessero con i veri delinquenti", dicono in tante. Le stesse per le quali la collezione di condanne di Corona evidentemente non conta. C’è persino un over ottanta che racconta d’aver pianto quando lo hanno messo in carcere.

Lui non regala nemmeno un’ora di tempo alle sue fan: prima delle 17 è già a bordo della Bmw scura che lo porta nelle altre due tappe della serata cagliaritana.
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