Non esce di casa dal 2018. E non lo ha fatto nemmeno nei momenti difficili della pandemia per vaccinarsi. Ma lo Stato non guarda in faccia nessuno e, nonostante i 100 anni compiuti a giugno, Severina Utzeri si è vista recapitare una multa di 100 euro nella sua casa di Masone Pardu, borgata di Castiadas. L’arzilla nonnina non l’ha presa bene e, con l’aiuto dei familiari, ha presentato ricorso.

Quando il postino ha bussato alla porta della sua casa di Masone Pardu – borgata di Castiadas immersa nel verde - Severina Utzeri, cento anni compiuti lo scorso due giugno, ha pensato alla nuova tessera sanitaria. «Finalmente, la stavo aspettando». Dentro la busta marchiata Agenzia delle Entrate invece l’amara sorpresa: «Avvio del procedimento sanzionatorio per inosservanza dell’obbligo vaccinale». Tradotto: cento euro di multa perché, appunto, non ha fatto il vaccino anti Covid. Severina, acciaccata ma lucidissima, non l’ha presa bene. «Ma itta funti cicchendi a mei, una femmina de cent’annusu. No ant’essi maccusu, ma cosa pretendono da me, donna di cento anni. Non saranno mica matti?».

La multa

Gigi Simbola, il figlio che le ha letto la lettera (Severina ha tre figli, gli altri due sono Elena e Mario), le spiega che purtroppo quella multa è vera. La mamma – donna integerrima originaria di San Vito che ha dedicato tutta la vita alla casa e alla famiglia, rispettando sempre qualsiasi legge – ci resta male: «Ma da dove li tolgo fuori – ripete in sardo – questi soldi? Non ci voglio credere». Neanche il figlio ci vuole credere, o meglio, non ritiene giusto che la mamma sia stata sanzionata: «Stiamo parlando – spiega Gigi – di una centenaria che dal 2018 non esce da casa. Abbiamo ritenuto opportuno non sottoporla alla trafila del vaccino, proprio perché, a parte l’età che ha raggiunto, vive in aperta campagna senza entrare in contatto con nessuno se non con noi figli e la badante».

Nella borgata

Severina si è trasferita nella tranquilla borgata di Masone Pardu nel 1956 assieme al marito Oreglio, venuto a mancare nel 2019 a 98 anni. Entrambi di San Vito, si sposarono dieci anni prima. Nel 1952 Oreglio, reduce di guerra (fu congedato il 12 settembre del 1945, ritornò a San Vito a piedi dopo essere sbarcato al porto di Cagliari), trovò un lavoro a Castiadas come dipendente Ersat. Tra le tante curiosità, anche Oreglio nel 2017, ormai 96enne, si ritrovò a combattere contro la burocrazia italiana: lo Stato per i cinque anni trascorsi al fronte gli riconobbe sì un vitalizio, ma di appena 15 euro al mese: «È questa – ripeteva – la riconoscenza per chi ha servito la Patria con amore e sacrificio?».

In famiglia

Severina invece ha passato una vita a lavorare nei campi e ad occuparsi delle faccende domestiche. Non le è mai sfuggita una bolletta da pagare o una scadenza: «Oltre a non aver mai ricevuto una multa in tutta la sua vita – ricorda Gigi – è sempre stata pignola e precisa. Ancora oggi si ricorda l’importo dell’ultima bolletta della corrente e la scadenza della prossima. La verità è che stavolta, non appena le ho letto il contenuto della lettera del Ministero della Salute, ci è rimasta davvero male. Questo dispiace anche a me».

Il ricorso

Gigi Simbola ha già inoltrato il reclamo a nome di sua mamma al servizio vaccini dell’Asl di Cagliari: «In riferimento al vostro procedimento sanzionatorio per il mancato vaccino – si legge nel documento datato 14 novembre – dichiaro, vista la mia veneranda età, di non essere al corrente delle normative vigenti riguardo al Covid e di essere sempre in casa dal 2018. Pertanto aggiungo di non aver mai preso il Covid e di non averlo contagiato. Fiduciosa in una risposta positiva, porgo i saluti».

Il figlio sa che la sanzione scatta in automatico «ma possibile – si chiede ancora Gigi Simbola – che non ci sia un controllo umano per evitare che una donna di cento anni riceva una busta con l’avvio del procedimento sanzionatorio? Ritengo che i centenari siano un patrimonio dell’umanità e che vadano tutelati in ogni modo. La Stato in questo caso ha imboccato la direzione opposta».

Gianni Agus

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