Da Cagliari a Selargius, l’elenco di ristoranti e pub no pass circola in chat
La lista viene aggiornata continuamente dai clienti che danno indicazioni sulle modalità d’ingresso
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Buonasera, abbiamo prenotato un tavolo per cena. «Prego, accomodatevi». Scusi, non ci controlla il Green pass? «Ah sì, certo, lo farà la cameriera una volta che siete seduti». Poi, il tempo scorre, ordini da bere e da mangiare, arriva tanta gente, il ristorante si riempie, e nessuno mai verrà a chiederti il certificato verde. Succede un sabato sera in un locale a due passi dal centro di Cagliari, sarà capitato anche a voi, e se avete fatto il vaccino la cosa vi disturberà parecchio. Come? Io sono in regola, ma chissà se il mio vicino lo è, e forse oggi è venuto qui proprio perché sapeva benissimo di poter entrare liscio. Anzi, probabilmente fa parte di quella banda di “furbetti” – chiamiamoli così – no vax, no pass, no dittatura sanitaria, no scienza, eccetera, che se ne infischiano delle norme ma non rinunciano a uscire e a stare in società, e sono in contatto tra loro, sui social, sulle chat di Whatsapp, per segnalare alla comunità in quali posti si viene accolti a braccia aperte senza dover mostrare il Qr code.
Una lunga lista
Un lungo elenco di ristoranti, etnici e sardi, pizzerie, trattorie, birrerie, pub, in città, a Stampace e alla Marina, ad esempio, ancora, a Quartu, a Selargius, in altri centri dell'hinterland e in paesi un po’ più verso l’interno, che sfuggono ancora meglio ai blitz delle forze dell’ordine. Alcuni locali sono assolutamente free, altri - lo indicano i segnalatori – hanno due sale distinte, entrambe interne, una per gli immunizzati l'altra libera; altri ancora offrono spazi ad hoc semicoperti vicino all'ingresso, oppure chiedono il pass al telefono ma poi non verificano l'autenticità della dichiarazione. La mappa viene aggiornata in continuazione, appena si scopre un altro luogo "autogovernato” si inserisce nella lista, e ce n'è non soltanto per vivere la notte, ma anche per le attività diurne normali, come palestre e centri benessere.
Gli esercenti
Ad agosto erano stati gli stessi esercenti ribelli a farsi pubblicità su Telegram, perfino uno studio medico si vantava di non chiedere il Green pass. Adesso sono i clienti che si sono ben organizzati, sono fuorilegge, ma non vogliono sentirsi emarginati.
(cr. co.)