"La vicina ha dato l'allarme nel gruppo quando ha visto un furgone sospetto davanti alle palazzine, così siamo tornati e abbiamo sorpreso due giovani nel giardino. Quando ci hanno visto sono scappati". Marta Calia, 41 anni, è sicura dell'utilità dei "controlli di vicinato", visto che - a suo dire - la segnalazione, lanciata lo scorso gennaio da una vicina nella chat di gruppo del quartiere, ha scongiurato il furto nella sua abitazione in vico Amsterdam.

UNA RETE SPONTANEA - Dedalo e Ateneo, le due frazioni di Sestu nate ai margini della via Monserrato, a ridosso della campagna, hanno ormai da qualche tempo attivato una rete di monitoraggio tra vicini. Un sistema richiamato anche dalla recente proposta di legge della Lega. La chat di gruppo su WhatsApp del rione Ateneo, quello più isolato, conta ormai oltre una cinquantina di abitanti; in quella del vicino quartiere Dedalo sono poco meno della metà. "Io non sono ancora iscritto", spiega Paolo Mura, trasferitosi di recente con la famiglia in una villetta di via Atene, "ma il padrone di casa è presente da tempo e ci ha assicurato che è molto utile perché i vicini segnalano tutti i movimenti sospetti".

LE SEGNALAZIONI - Ad Ateneo - quartiere di villette e palazzoni ancora privo di servizi e negozi - pochi hanno voglia di parlare. Ma c'è chi giura che il sistema d'allerta funzioni e abbia evitato almeno un altro furto. "È utile", racconta un residente, "anche contro i truffatori che ogni tanto tentano raggiri". La truffa dello specchietto, ad esempio.

SICUREZZA PARTECIPATA - "Con l'amministrazione abbiamo pensato di coinvolgere i cittadini nel controllo del territorio", chiarisce il sindaco, Paola Secci. "Non si tratta di ronde, ma di persone che abitano nella stessa zona e si mettono d'accordo: costituiscono un gruppo, scelgono un coordinatore che faccia da tramite con le forze dell'ordine e si impegnano a controllare il quartiere in cui risiedono. La chiamiamo sicurezza partecipata. Così si aiutano anche le forze dell'ordine".

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