La situazione dei contagi a Burcei si fa piuttosto pesante. Da qualche giorno ormai zona rossa, a dispetto di un lungo periodo in cui il paese non aveva neppure un contagio, da pochi casi si è arrivati alla ventina. Un tasso considerato alto in proporzione ai 3000 abitanti. E le criticità riguardano proprio i pazienti, quelli che sono risultati positivi poi ammalatisi, rimasti senza assistenza medica e spesso senza quella dei propri cari.

Diverse segnalazioni sono arrivate alla nostra redazione per denunciare "il fatto gravissimo di essere stati abbandonati dalle istituzioni".

C'è il caso di due anziani che, se non fosse per una nipote che si è battuta per poterli accudire, sarebbero stati senza aiuto da parte dei figli che non possono uscire viste le restrizioni. Ma lo stesso disagio tocca ad altre famiglie: una ragazza disabile, lasciata in casa col padre perché la mamma è in ospedale, solo in questi giorni ha avuto un'assistenza disposta dal Comune; un'altra mamma, positiva con sintomi, e la figlia disabile anche lei positiva, lasciata a se stessa.

Proprio ora che si parla di protocolli sanitari con terapie adeguate ai primissimi sintomi, per evitare le forme più gravi e l'ospedale, perché non si riesce ad applicarli?

La testimonianza di Luigia Malloru, che chiede solo di poter avere un medico che tenga sotto controllo la situazione dei suoceri e non lasciare tutto sulle spalle di una nipote che fa molto ma non può fare tutto. E certo parla anche a nome di altri compaesani che si trovano nella stessa situazione.

"I miei suoceri di 90 e 93 anni, con lei positiva al Covid, soli abbandonati dalle istituzioni. Sono seguiti 24 ore su 24 da una nipote che, solo dopo molte insistenze, ha ottenuto il permesso per potersene prendere cura.

Sono in quarantena dal 20 marzo, necessitano tutti e due di ausili sanitari, vengono imboccati dato che lei è a letto e lui con problemi di deambulazione, e non hanno avuto alcun supporto; neanche una telefonata per poter dire come stanno. Io penso che persone di questa età meritano tutto l'aiuto possibile, e se la sanità non può farlo, diano alla famiglia la possibilità di potersene occupare almeno a turno. La situazione è davvero pesante: in questo momento, da quasi 3 settimane, sta gravando tutto sulle spalle di una ragazza di 28 anni, che con molto amore se ne sta prendendo cura, ma sta arrivando a un limite per cui non potrà più farlo.

Chiedo che venga pubblicato questo grido d'aiuto che riguarda tutte le persone colpite da questo terribile virus e le loro famiglie, ma soprattutto non si lascino soli gli anziani.

Il Comune ci ha contattato per assegnare un OSS per qualche ora, sarebbe un aiuto, certo, ma in questa situazione si ha urgenza di una figura medica".

(Unioneonline)
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