È in corso in carcere a Uta l'interrogatorio di Marcello Pitzalis col pm Marco Cocco nell'ambito dell'inchiesta per associazione a delinquere e disastro ambientale che vede coinvolti i vertici della Fluorsid (società specializzata nella produzione di acido solforico e derivati del fluoro) e delle aziende di proprietà di Armando Bollani (che svolgevano attività di logistica e servizi per conto della Fluorsid).

L'uomo, 42 anni, dal 2016 coordinatore delle attività del gruppo Bollani, ieri aveva reso alla gip Cristina Ornano una dichiarazione spontanea spiegando di essere un semplice operaio che eseguiva ordini. Oggi, assistito dal legale Luigi Sanna, potrebbe entrare più nel dettaglio e spiegare quali fossero le sue attività e competenze e di cosa si fosse occupato in questo anno e mezzo (l'inchiesta della Procura e della Forestale abbraccia un periodo di tempo che va dalla fine del 2014 ai primi mesi del 2017).

Ieri col pm ha parlato per circa 8 ore il suo collega Simone Nonnis, 41 anni, anch'egli dipendente di Bollani per tramite della società Ineco e fino al 2015 coordinatore delle attività nei lavori svolti per conto della Fluorsid. Il lavoratore, difeso dall'avvocato Alberto Ippolito, avrebbe parlato della presenza di altri siti nei quali venivano sversati e stoccati rifiuti solidi e liquidi e derivati dalla lavorazione del fluoro. Inoltre, come riferito dal suo difensore, avrebbe parlato della possibilità di elevato tasso di inquinamento nella laguna di Santa Gilla. Tra domani e l'inizio della prossima settimana saranno interrogati le altre persone messe sotto accusa: Michele Lavanga, direttore dello stabilimento, Sandro Cossu, responsabile sicurezza e ambiente della Fluorsid, Alessio Farci, responsabile della produzione dei sottoprodotti a base di solfato. Sono tutti finiti in cella martedì mattina. La Forestale ha portato ai domiciliari Armando Bollani e Giancarlo Lecis, funzionario aziendale.
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