Oltre alla società "Italiana assicurazioni", nel processo per la morte della piccola Letizia Trudu (uccisa dalle eliche di uno yacht a Santa Margherita di Pula nell’estate 2015) entra come responsabile civile anche la "Generali".

Il giudice Antonella Frizilio nella prima udienza ha accolto la richiesta dell’avvocato Guido Manca Bitti, parte civile per la famiglia della vittima nella causa che vede sotto accusa per omicidio colposo Andrea Trudu e Maurizio Loi (padre della vittima e comandante dell’imbarcazione, difesi dai legali Massimiliano Carboni e Leonardo Filippi), e poi rinviato al 12 ottobre per sentire i primi testimoni.

Il pm Alessandro Pili chiederà alle persone presenti in spiaggia quel giorno che riferiscano cosa hanno visto.

In base alla ricostruzione investigativa alle 17,30 del 9 luglio il "Thor II", sul quale Loi faceva salire alcuni ospiti per dirigersi verso le calette e poi tornare indietro, arrivato davanti al condominio di viale Delle Sirene aveva puntato la prua verso il largo e la poppa verso la spiaggia a una distanza dalla riva inferiore a quella imposta dalla legge: una vicinanza utile forse a far sì che i passeggeri rientrassero a terra con maggiore velocità.

In quel momento Letizia Trudu, ospite a bordo, si era buttata in acqua ed era stata colpita e uccisa dalle eliche. Che dunque erano in funzione, nonostante la situazione di possibile pericolo.

La Procura contesta al padre di aver intimato alla figlia di buttarsi in acqua nonostante i motori accesi. Loi inoltre avrebbe violato una serie di norme della navigazione.

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