A Selargius Silvio Berlusconi non c'era, ma ha inviato una lettera (dal titolo "Sardegna, la sfida dell'insularità e della competitività") alla manifestazione organizzata da Forza Italia e dal gruppo Ppe al Parlamento Europeo.

Definisce l'Isola la sua "seconda patria" l'ex presidente del Consiglio, che si congratula con Salvatore Cicu per l'iniziativa di questo incontro "che mette in relazione due dimensioni particolarmente importanti, quella della Sardegna e quella dell'Europa".

"In tanti anni di soggiorni in Sardegna ho imparato ad apprezzarne non soltanto la straordinaria bellezza naturale, ma anche il carattere e la cultura dei suoi abitanti: un'identità profondamente radicata nella vostra e nella sua storia, tenace e operosa nel lavoro, fiera della sua insularità che non è un limite, ma al contrario una ragione in più per affrontare e vincere le sfide più difficili", scrive il Cav in quella che è una vera e propria dichiarazione d'amore.

La sfida della competitività sarda, spiega il leader di Forza Italia, "non si vince contro l'Europa, ma standoci da protagonisti, in modo da indurre e se necessario costringere la Ue ad orientare le proprie scelte anche sulla base delle legittime esigenze e interessi dei nostri territori".

Perché, continua Berlusconi, "dalle sfide del nuovo e della competizione sui mercati internazionali non ci si difende chiudendosi, ma al contrario ponendo Sardegna e Italia al centro di un sistema forte di relazioni europee, e quindi in grado di svolgere un ruolo nel mondo".

La sfida per una maggiore competitività dell'Isola, spiega il Cav, passa per una riforma della governance europea e per un altro modo di stare in Europa, diverso da quello del governo Conte: "L'Europa senza Italia e Sardegna non sarebbe più la stessa, ma anche l'Italia e la Sardegna senza Ue sarebbero in un vicolo cieco senza prospettive".

Infine il leader di Forza Italia si dice deluso da un'Europa "inadeguata e poco solidale", ma anche dai risultati del Consiglio Europeo appena concluso.

"L'ostentazione di fermezza del governo italiano - scrive - è utile ai fini del consenso interno ma non ci ha consentito di portare a casa risultati significativi".

(Unioneonline/L)

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