L’udienza del processo di revisione della condanna all’ergastolo a carico del pastore Beniamino Zuncheddu di Burcei ha vissuto la prima vera svolta con la testimonianza di due persone che, in qualche modo, hanno vissuto quei momenti. L’allora maresciallo dei carabinieri Angelo Calabrese e Sergio Spina, colui che accompagnò la moglie e due figlie di Gesuino Fadda in montagna la mattina degli omicidi.

Calabrese ha ricordato di aver sentito il sopravvissuto Luigi Pinna in ambulanza mentre andava in ospedale e che l’uomo gli disse di non essere stato in grado di riconoscere l’autore della strage perché “aveva un collant sul volto”. Le indagini si indirizzarono «subito verso l’ambiente agro pastorale» ma «nessuno fece il nome di Zuncheddu».

Spina ha ricordato la terribile visione dei morti e confermato a sua volta che Pinna non era stato in grado di riconoscere il responsabile.

Nuova udienza il 31 ottobre: saranno sentiti quattro testimoni.

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