Gli incarichi messi a bando sono cinquanta, un appello per i medici specialisti chiamati a lavorare nei poliambulatori e nei distretti delle Asl, servizi fondamentali di un’assistenza territoriale azzoppata dalla carenza di camici bianchi e di servizi.

A distanza di tre mesi dall’ultima chiamata, l’Ares (azienda regionale della salute) pubblica l’offerta di ulteriori posti in convenzione, e a tempo indeterminato, per ortopedici, cardiologi, oculisti, nefrologi, psichiatri, reumatologi ed esperti di altre dodici specialità, con la speranza di coprire i vuoti di organico nei servizi sanitari di prossimità di tutta la Sardegna.

Una speranza delusa negli ultimi bandi, con la metà dei posti che rimane scoperta e troppi candidati che si ritirano quando l’incarico assegnato non è a Cagliari o a Sassari (e non ci sono incentivi che tengano). Il problema vero, va detto, riguarda il numero delle ore offerte. Per i cinquanta incarichi a bando, l’Ares mette a disposizione un totale di 530,5 ore a settimana, una quota che finisce per diluirsi tra le richieste di ogni territorio.

Così i quattro specialisti che saranno assegnati all’Asl di Sassari, dovranno dividersi un totale di 32 ore a settimana, in pratica otto ore a testa (e per qualcuno anche meno, dipende dalle esigenze).

I tre che servono ai poliambulatori della Gallura, avrebbero ciascuno non più di cinque ore a settimana; otto gli undici destinati a Nuoro; dieci ore i sei professionisti chiamati in Ogliastra; appena sei ore settimanali per i cinque camici bianchi papabili nel Sulcis; tredici, i cinque richiesti dall’Asl di Cagliari e, ma qui va già un poco meglio, quindici ore a settimana per i sedici specialisti chiamati nei servizi territoriali di Oristano.

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