Patenti nautiche e corruzione in Sardegna, arresti e decine di indagati: i nomi
Svolta nelle indagini iniziate un anno e mezzo fa: in carcere l’ex vicecomandante della Capitaneria di porto di Carloforte. Coinvolti noti imprenditori dell’IsolaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Gli investigatori del Nucleo speciale investigativo del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera sono andati a prenderlo ieri mattina con in mano l’ordinanza del giudice. Per il primo luogotenente Pierpaolo Spagnolo, 57 anni, ex vicecomandante della Capitaneria di porto di Carloforte, il gip del Tribunale di Cagliari, Luca Melis, ha disposto la custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’inchiesta per corruzione sulle patenti nautiche che – secondo gli inquirenti - sarebbero state rilasciate a decine di persone senza sostenere l’esame, ma in cambio di favori, regali e mazzette.
Con lui sono finiti ai domiciliari altri cinque indagati, mentre per altrettanti è scattato l’obbligo di firma. Per il sostituto procuratore Andrea Vacca, decine di persone si sarebbero rivolte a Spagnolo per ottenere, a suon di tangenti, la patente nautica.
L’ordinanza cautelare
Nelle maglie degli accertamenti sono finite le patenti di quasi duecento persone sparse in tutta l’Isola, ma alla fine la Procura ha formulato contestazioni nei confronti di 84 persone. In tutto vengono ipotizzati, a vario titolo, 136 imputazioni tra le quali spiccano corruzione, falsi aggravati e anche l’attentato alla sicurezza dei trasporti. Per gli investigatori della Guardia Costiera – che hanno collaborato con i colleghi delle Capitanerie di Cagliari e Olbia – l’aver distribuito la patente nautica a chi non aveva sostenuto l’esame voleva dire, potenzialmente, un grosso rischio per la navigazione. Nell’ordinanza cautelare firmata dal giudice Melis ed eseguita ieri compaiono solo 36 degli 84 indagati: questo perché in 48 hanno già chiesto di patteggiare in indagine e sono stati stralciati. Si tratta di nomi importanti dell’imprenditoria sulcitana e isolana, ma anche professionisti, dirigenti pubblici, manager e commercianti. In carcere è finito, come detto, Pierpaolo Spagnolo, mentre il giudice ha disposto gli arresti domiciliari per Palmerio Bodano residente a Villacidro, Nicola Peddio di Quartu, Giorgio Cicu di Iglesias, Domenico Bisesti di Sestu e Carlo Puggioni residente a Calasetta. Disposto, invece, l’obbligo di firma in caserma per il manager pubblico Roberto Raimondi (già indagato per corruzione nella la vicenda delle nomine della Regione: avrebbe ottenuto un incarico dall’ex governatore Christian Solinas in cambio della promessa di una laurea ad honorem in una università albanese e docenze in un ateneo privato), così come per Luca Bruzzese di Quartu, Vittorio Velotto di Olbia, Massimo Balia di Carbonia ma residente a Quartu e Giuseppe Cirronis di Villacidro.
Gli indagati
Stralciate 48 posizioni, molte delle quali perché hanno chiesto di patteggiare, nelle 186 pagine di misura compaiono i nomi di 36 persone che, per l’accusa, avrebbero ottenuto la patente dall’ex comandante della Capitaneria di Carloforte, ora in pensione. Si tratta di Paolo Pellegrini di Iglesias, Pierpaolo Cui di Iglesias, Antonio Stefano Deriu di Portoscuso, Paolo Sanna di Sestu, Efisio Putzolu di Iglesias, Andrea Sovrano di Quartu, Aldo Foti di Portoscuso, Simone Pintus di Cagliari, Luigi Lai di Carbonia, Giuseppe Dedoni di Cagliari, Fabio Espis di Sarroch, Mario Fabio Puddu di Iglesias, Gianluca Argiolas di Cagliari, Ivan Mura di Iglesias, Efisio Ibba di Quartu, Adriano Atzori di Domus de Maria, Ferruccio Secci di Carbonia, Roberto Padricelli di Carbonia, Marco Romano di Carbonia, Andrea Orgiu di Isili, Efisio Pisu di Maracalagonis, Fausto Pisano di Sestu, Andrea Cui di Iglesias, Gianluca Serra di Portoscuso e Umberto Olla di Iglesias.
La vicenda
La notizia dello scandalo era deflagrata circa un anno e mezzo fa, dopo la scoperta che nella Capitaneria di Carloforte venivano “regalate” decine di patenti nautiche senza che vi fossero gli atti dell’avvenuto superamento dell’esame. In realtà il sostituto procuratore Andrea Vacca, con una task force formata dai militari del Nucleo speciale investigativa del Corpo delle Capitanerie di porto arrivati da Roma, coadiuvati dai militari delle capitaneria di Cagliari e Olbia, stanno lavorando all’inchiesta ormai da quasi tre anni. Al centro dell’indagine c’è stato, da subito, il luogotenente Spagnolo che era stato per dei periodi reggente della Capitaneria di Carloforte. Per la Procura il metodo per “regalare” patenti nautiche sarebbe stato collaudato: a fronte di una imprecisa somma di denaro o di altre utilità, il sottufficiale avrebbe falsificato il verbale attestante la partecipazione all’esame. Ma siccome ogni patente è firmata dall’ufficiale più alto in grado della Capitaneria, per evitare che il comandante si accorgesse di qualcosa, venivano presentate finte denunce di smarrimento a polizia e carabinieri. Da qui la concessione di un duplicato.
Le difese
A difendere Pierpaolo Spagnolo sono gli avvocati Marco Aste e Michele Pilia, ma già numerosi legali di persone indagate hanno in gran segreto raggiunto accordi con il pm per presentarsi davanti al giudice e patteggiare. Tra i difensori spiccano i legali Gianluca Aste, Carlo Monaldi, Francesco Marongiu, Salvatore Angelo Porru, Franco Pilia, Simone Pinna, Matteo Solinas, Anna Maria Sechi, Pierluigi Concas, Alberto Marcialis, Carlo Amat, Corrado Murru, Massimiliano Murgia, Annarella Gioi, Simone Saiu, Alberto Pani, Valerio Fundarò, Roberto Peara, Salvatore Cincotti, Michele Stivaletta, Giorgia Meli, Vincenzo Frenda, Antonio Fadda, Christian Rabissoni, Giuseppe Dideri, Patrizia Orrù, Roberto Nati, Pierandrea Setzu e Simona Spada. «Come si dimostrerà nel corso del procedimento – dice l’avvocato Roberto Nati, difensore di Massimo Balia, che preannuncia un istanza al Tribunale del Riesame contro l’ordinanza - le accuse sono destituite di ogni fondamento e il mio assistito non ha mai ricevuto alcuna patente falsa relativa alla navigazione senza limiti dalla costa. Non si comprende, inoltre, quali sarebbero le esigenze cautelari. La contestazione si riferisce a fatti accaduti nel 2019 e il procedimento è stato avviato, quanto meno, nel 2022. La reiterazione del reato, evocata nell’ordinanza, sarebbe materialmente impossibile, non solo perché il militare coinvolto non è più in servizio, ma anche perché l’uso della ipotetica, e mai rinvenuta, patente falsa appare una mera ipotesi di stile. Massimo Balia, infatti, è titolare di una legittima patente nautica entro le 12 miglia che lo autorizza all’uso del suo natante, di dimensioni inferiori ai 10 metri e inadatto alla navigazione d’alto mare. La difesa chiederà al pm di sollecitare l’archiviazione del procedimento».
Francesco Pinna