Incognite sul futuro degli ospedali dell'Isola.

I due grandi poli di Sassari e Cagliari dovranno garantire le cure a tutta la Sardegna. in collaborazione con le altre strutture minori previste dalla rete ospedaliera.

Si tratta degli ospedali di primo livello di Nuoro (che ha ottenuto qualche specialità in più), nel Sulcis, nel Medio Campidano e nell'Oristanese.

Per quanto riguarda la Gallura, nel conteggio dei reparti e dei posti letto rientrano anche quelli del Mater Olbia, ancora in alto mare.

I DUBBI - Ed è proprio su questo aspetto che ci sono molte perplessità, soprattutto a Cagliari dove il Brotzu (classificato come II livello) e l'azienda ospedaliero-universitaria (I livello), rischiano il sovraffollamento.

A questo si aggiunge l'incertezza per il futuro di alcuni reparti e soprattutto le perplessità sul ruolo dell'ospedale Marino di Cagliari, destinato a diventare un centro di riabilitazione, ma che in tanti vorrebbero come presidio per servire il versante est della costa cagliaritana.

L'AVVISO - "Il Brotzu sta perdendo la sua centralità. L'impostazione della Giunta prevede un declassamento".

Il consigliere regionale dei Riformatori, Michele Cossa, ipotizza un futuro difficile per il presidio formato da ospedale San Michele, Businco e Microcitemico. "Si penalizza tutta la sanità, non solo Cagliari", spiega Cossa.

C'è poi il rischio che alcuni reparti vengano trasferiti come il "centro per il diabete che andrà al Binaghi".

LA BATTAGLIA - L'idea di perdere alcune eccellenze preoccupa anche il consigliere regionale del Pd, Piero Comandini: "Non si può rinunciare a dipartimenti che erogano servizi importanti e rappresentano un punto di riferimento costruito negli anni".

Comandini parla del Centro per le malattie dismetaboliche e l'arteriosclerosi del Brotzu che, fino a qualche tempo fa aveva un personale di quattro medici, un biologo nutrizionista, una dietista, quattro infermieri ed un ausiliario. A seguito di pensionamenti e trasferimenti, ora ci sono "due medici e due infermieri (formalmente appartenenti al Centro Trasfusionale), oltre a tre infermieri e un ausiliario part-time", spiega l'esponente del Pd.

Per questo motivo è stata presentata un'interrogazione al presidente Pigliaru e all'assessore, Luigi Arru, per evitare di perdere una risorsa importante.

L'INGORGO - L'altro aspetto che crea qualche fibrillazione sulla nuova rete ospedaliera è l'eccessiva polarizzazione di poche strutture.

"Il Brotzu e il Policlinico avranno accessi da tutto il sud Sardegna", dice il vice presidente della commissione Sanità, Edoardo Tocco, "e rischiano di diventare un imbuto. Il Pronto soccorso potrebbe essere difficile da gestire".

Anche perché l'ospedale Ss. Trinità (classificato come primo livello) non avrà tutte le specialità e dunque potrà essere di supporto soltanto per quelle previste nel nuovo assetto.

I RISPARMI - Il Piano di razionalizzazione del sistema sanitario (2016-2019) ha consentito un risparmio di 50,4 milioni di euro.

L'obiettivo era un taglio di 62 milioni ma il ritardo sulla definizione della nuova rete ospedaliera ha bloccato una parte della razionalizzazione delle spese.

L'assessore Arru evidenzia il binomio tra "il forte impegno posto nelle azioni di risanamento dei bilanci, dopo anni di spese fuori controllo, e il lavoro per una sanità più efficace, con meno sprechi e maggiore qualità".

Visti i ritardi accumulati su vari fronti è stato deciso di estendere il piano sino al 2019 con l'obiettivo di raggiungere un risparmio complessivo pari a circa 300 milioni.

Dal totale dei target di risparmio del 2017 saranno scorporate le quote da attribuire al Brotzu e all'Aou di Sassari (con un piano di rientro autonomo) provvisoriamente quantificate rispettivamente in 3,1 e 9,2 milioni.
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