Uras, la Regione: all'amministrazione non sono più attribuiti poteri di controllo di legittimità sugli atti degli enti locali
La risposta dopo aver ricevuto tanti solleciti per intervenire sul mancato scioglimento del Consiglio comunalePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Alla fine la Regione ha risposto. Dopo aver ricevuto tanti solleciti per intervenire sul mancato scioglimento del Consiglio comunale di Uras, dopo le contestuali dimissioni di sette consiglieri lo scorso 30 settembre, l’assessorato degli Enti locali ha fatto sapere che l'amministrazione non ha nessun potere in merito per intervenire.
Come del resto aveva fatto sapere alcune settimane fa anche la prefettura di Oristano. E intanto il sindaco Samuele Fenu continua ad amministrare come se nulla fosse. Il primo cittadino ha sempre ribadito che poiché uno dei consiglieri dimessi non ha dato solo giustificazioni politiche ma anche di altra natura, lui ha provveduto con la surroga di un consigliere per poi proseguire con l'attività amministrativa.
Chiarisce la posizione della Regione una funzionaria dell’assessorato degli Enti locali: «A questa amministrazione regionale non sono più attribuiti poteri di controllo di legittimità sugli atti degli enti locali; infatti l’articolo 32 della legge regionale 4 febbraio 2016, numero 2, ha eliminato dall’ordinamento anche l’ultima forma di controllo di legittimità degli atti emanati dagli enti locali da parte della Regione Autonoma della Sardegna, ovvero quella del controllo eventuale. Pertanto, eventuali controversie concernenti la legittimità dei provvedimenti assunti dagli enti locali dovranno essere devolute alla cognizione del competente giudice amministrativo».
In sostanza dice che per avere delle risposte è necessario per forza presentare un ricorso al Tar.
La Regione ha risposto alla nota ricevuta dalle cittadine Laura Dessì, Elena Caddeo e Maria Grazia Ibba che erano presenti come pubblico al Consiglio comunale dello scorso 14 ottobre, convocato però senza il numero legale. Ma anche perchè nell'albo pretorio non era stato scritto quanto era accaduto.
«Ci chiediamo come può essere scritto che la prima convocazione del consiglio sia andata deserta se chi di competenza non si è presentato in aula all'orario stabilito per procedere con l'appello nominale e quindi constatare quanto accaduto con la redazione di apposito verbale? - si leggeva nel loro documento - Noi tre firmatarie eravamo presenti, con un altro testimone che è arrivato poco dopo: dalle 17.55 e fino alle 18.30 il segretario non si è visto. Vista la delicatezza del momento che sta vivendo la nostra comunità chiediamo chiarezza sulle norme da seguire e, di conseguenza, sulla regolarità degli atti emessi». E la risposta è arrivata. Il documento era stato inviato anche in Procura.
