Sono passati esattamente 19 anni, ma nessuno a Ghilarza ha  dimenticato la tragedia del 24 febbraio 2004, quando il cardiochirurgo Antonio Carta e  i componenti dell’équipe dell’ospedale  Brotzu di Cagliari, guidata da Alessandro Ricchi, persero la vita in un drammatico incidente aereo, mentre trasportavano dal San Camillo di Roma il cuore destinato ad un trapianto.

La mamma - Non lo dimentica certo Palmira Manca, 87 anni, la mamma di Antonio.

«Per me è finito tutto quel giorno», afferma. «Non esco mai, mangio il necessario, riesco a dormire pochissimo, prego e aspetto di poter riabbracciare Antonio e mio marito Peppe». 

«Il dolore – prosegue Palmira Manca – ci ha distrutto e da quando è morto Antonio il padre non ha più parlato. Un dolore muto sino alla sua scomparsa, nel 2011, a 84 anni». 

E la signora Manca non uscirà neppure per partecipare alla Santa Messa in suffragio che sarà celebrata sabato 25 febbraio, alle 17, presso la Parrocchia dell’Immacolata a Ghilarza.

Il ricordo - Palmira preferito riassumere il suo stato d’animo nel necrologio pubblicato oggi sull’Unione: “Ricorderemo per sempre l'amore e il bene che hai donato e il tuo sorriso sopravviverà nella memoria di quanti ti hanno conosciuto e amato”.

Per ricordare la memoria di Antonio Carta anche alle nuove generazioni restano con il suo nome tante cose importanti, il viale affianco all’Ospedale Delogu, la Casa Famiglia e la sala conferenze dell'Ordine dei medici di Oristano. Ogni anno gli amici e i colleghi lo  ricordano invece con un motoraduno che si svolge nel Guilcier.

La tragedia -  Nelle prime ore del 24 febbraio 2004 un aereo Cessna 500 proveniente da Roma e diretto a Cagliari si schiantava sulle pendici del monte Cresia nel comune di Sinnai. L'aereo trasportava un cuore che era stato prelevato da una donatrice presso l'ospedale San Camillo di Roma ed era destinato ad un paziente in attesa di trapianto presso l'ospedale Brotzu di Cagliari.

I soccorritori accorsi sul luogo del disastro trovarono i resti dell'aereo pressoché disintegrati e recuperarono i resti dei corpi delle vittime: Alessandro Ricchi, Antonio Carta, GianMarco Pinna, Helmut Zurner, Thomas Giacomuzzi e Daniele Giacobbe. Fu ritrovato anche il contenitore con il cuore che veniva trasportato ai fini del trapianto, chiaramente inservibile.

A  capo dell'equipe cardiochirurgica era il dottor Alessandro Ricchi, 52 anni, di Pavullo Frignano, in provincia di Modena, direttore del centro trapianti dell'ospedale Brotzu di Cagliari dove lavorava dal 1987 quando venne chiamato dal cardiochirurgo Valentino Martelli con il quale collaborava all'Italian Hospital di Londra.

La seconda vittima il cardiochirurgo Antonio Carta, di 38 anni, originario di Ghilarza, uno dei più giovani medici dell'equipe di Ricchi, era stato chiamato a far parte della cardiochirurgia dell'ospedale Brotzu e si era rivelato uno dei più preziosi collaboratori.

La terza vittima era il tecnico Gian Marco Pinna, 48 anni, originario di Sassari, sposato con due figli, che lavorava nella cardiochirurgia dell'ospedale Brotzu fin dal 1988.

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