Tra Guilcier e Barigadu domani - 16 gennaio - è il giorno dei falò accesi per Sant'Antoni de su fogu.

Sacro e profano si fondono in una tradizione che si perde nella notte dei tempi. Ogni centro ha le sue usanze, ma lo spirito è lo stesso: si festeggia sino all'alba tra musica, vino e dolci.

Ad Abbasanta si portano tre tuve (alberi cavi) che vengono accese nella piazza antistante la chiesetta intitolata al Santo. Sono quelle degli Antonio, dei ferrovieri e dei giovani di leva. "E' da circa un mese e mezzo che abbiamo aperto il sotzio, grazie ad un privato che ci ha messo a disposizione una vecchia casa. Siamo contenti di essere riusciti a fare tutto soli, solo con l'aiuto dei genitori. Nel primo pomeriggio del 16 accenderemo il falò e poi faremo la cena all'ex mattatoi. Saremo circa 200", dicono i diciottenni, 16 in tutto. Dopo la celebrazione dei vespri viene proposta sa ditta, l'asta dei doni offerti al Santo.

A Sedilo stessa cosa con sos prozzettos, rigorosamente in sardo. Qui sono diversi i gruppi che portano le tuve. Verranno sistemate davanti alla chiesetta di Sant'Antonio.

A Nughedu Santa Vittoria l'asta, proposta il 17 mattina a conclusione della messa, viene portata avanti da su bandidore. Si offrono dolci, soprattutto panadas e panitzeddos. Festa affidata a s'oberaria, presieduta da s'oberaiu mazzore.

A Ghilarza e a Norbello spetta ai giovani della leva, rispettivamente in piazza San Palmerio e in piazza San Giovanni, occuparsi del falò. A Oltre alla tuva dei diciottenni in piazza San Palmerio a Ghilarza sono sempre più numerosi anche i falò accesi nei vicinati.

A Neoneli i festeggiamenti sono affidati al comitato di Sant'Antonio. All'imbrunire, la prima uscita di Sos Corriolos, che danzeranno attorno al fuoco, e degustazione si sos pabasisinos.

Un'immagine dello scorso anno (foto Alessia Orbana)
Un'immagine dello scorso anno (foto Alessia Orbana)
Un'immagine dello scorso anno (foto Alessia Orbana)

Anche a Samugheo il falò di Sant'Antonio segna l'apertura del carnevale con la prima uscita de Sos Mamutzones che danzano attorno al falò La festa è organizzata dal comitato degli Antonio.

A Paulilatino la prima uscita delle maschere antiche, Sos Corrajos, coincide con i falò accesi il 19, vigilia di San Sebastiano. Domani vari gruppi, partendo dall'ingresso del paese, porteranno le tuve nella piazza della chiesa.

Ad Ardauli la festa, proposta vicino alla chiesetta di Sant'Antonio, è affidata ad un gruppo di persone. Si degusteranno vino e panizzeddos.

A Busachi sono 12 i sotzios che portano le tuve. "Abbiamo fatto una riunione con tutti i gruppi la scorsa settimana - spiega il sindaco Giovanni Orrù -. Per la prima volta quest'anno si è deciso di convogliare la festa tutta davanti alla chiesa di Sant'Antonio. Il Comune offrirà la zipolata".

Ad Aidomaggiore spetta invece alle confraternite occuparsi dei falò nell'area vicino alla chiesa di San Gavino.

A Fordongianus in scena diversi gruppi. Corteo lungo il paese, accensione dei falò e festa sino a notte. In passato chi portava la tuva più grande offriva il vino ed organizzava il carnevale.

Ad Allai si organizzano grandi cataste di legna: vengono accese per Sant'Antonio e per San Sebastiano. Per Sant'Antonio, per promessa fatta, da generazioni dell'organizzazione si occupa una famiglia, mentre ai giovani il compito di occuparsi dei falò per San Sebastiano.

Tradizione vuole che per entrambe le ricorrenze si passi di casa in casa per chiedere legna. Immancabile su cumbidu.

Anche a Sorradile doppi falò: per Sant'Antonio e per San Sebastiano.

Festa anche ad Ula Tirso, Bidonì, Soddì, Boroneddu e Tadasuni. In quest'ultimo centro la tuva verrà posizionata di mattina in piazza Santa Croce. Nel primo pomeriggio la raccolta della legna offerta da tutta la popolazione. Quindi l'accensione del falò e la benedizione. Festa sino a notte con la cena in piazza.
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