Viste le promesse non mantenute da parte delle Istituzioni per mettere in sicurezza lo stagno di Marceddì, ora si protesta. I pescatori che gestiscono il compendio, in tutto un centinaio, mercoledì protesteranno ad oltranza a partire dalle sette del mattino. Dove? Alla peschiera 17, la zona dove si registrano i problemi più grossi che rischiano di mettere in ginocchio l’intero comparto.

L'imboccatura del canale, che collega gli stagni di Corru s’Ittiri e Corru Mannu al mare, ormai da troppo tempo è completamente ostruita dai detriti e dalla sabbia trasportata dal mare. Questo impedisce il ricambio dell’acqua. «Non c’è ossigeno, non si vede un pesce da tempo - ha ribadito più volte il presidente del Consorzio di Marceddì Antonio Loi - Eppure i finanziamenti per la bonifica ci sono, come mai non vengono spesi? Il disastro per le nostre casse è vicino».

Ecco perché ora i pescatori hanno deciso di farsi sentire in maniera chiara e concreta. Loi ha chiesto più volte l’intervento della Regione per una bonifica urgente, ancora però il problema non è stato risolto. Mercoledì non ci saranno solo i pescatori di Terralba. Loi ha invitato anche tutti i presidenti dei consorzi pesca della provincia, tanti sindaci del territorio ma anche alcuni assessori e consiglieri regionali. «Non chiediamo soldi ma una bonifica per evitare di perdere il poco rimasto - va avanti Loi - Durante la manifestazione gli operatori delle varie marinerie spiegheranno tutti i problemi presenti negli stagni. La Regione deve capire che il comparto pesca fa parte dell’economia della Sardegna, deve capire che servono finanziamenti importanti e azione immediate. Se per noi ci sarà ancora silenzio ci trasferiremo a Cagliari, in Regione».

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