Sono tornati nella loro sede naturale, la splendida spiaggia di Is Arutas, sul litorale di Cabras, i 250 chili di granelli di quarzo che sono stati sequestrati negli aeroporti sardi ai turisti che intendevano portarseli via come souvenir. Un fenomeno in preoccupante crescita: nel 2021 i chili di sabbia recuperati sono stati 200, nel 2020, invece, 6 quintali.

Della sabbia fanno parte i quantitativi provenienti dalla camere delle strutture ricettive locali e quelli che sono stati rispediti dai turisti pentiti.

La restituzione è avvenuta in collaborazione con l'associazione Sardegna rubata e depredata, che ogni anno si impegna nell'azione di salvaguardia.

“Associare il ripristino del territorio alle giornate ecologiche rispecchia perfettamente il concetto di salvaguardia degli ambienti naturali marini che vogliamo perseguire e divulgare - sottolinea il sindaco di Cabras, Andrea Abis -. Il 2022 è l'anno della ripartenza turistica, questa sarà la stagione che ci permetterà di testare quanto viaggiatori e locali abbiano recepito l'importanza di preservare un bene naturale tanto prezioso come la sabbia di quarzo".

"Purtroppo, il fenomeno dei furti di sabbia, sassi e conchiglie appare costante - dice Franco Murru, presidente di Sardegna rubata e depredata -. La nostra associazione tenta da molti anni di scoraggiarlo rivolgendosi alla platea eterogenea dei social media, e di riflesso agli organi di informazione tradizionali, ma evidentemente in futuro sarà necessario intercettare in maniera più capillare i potenziali responsabili di questi reati, coinvolgendo per esempio le scuole e promuovendo specifici corsi di educazione ambientale".

(Unioneonline/s.s.)

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