Alcuni mesi fa la scoperta di non essere proprietari degli immobili a ridosso della stagno di Santa Giusta, poi i problemi legati alla pescheria di Pesaria appena ristrutturata che però inizia a perdere pezzi e ora l’impossibilità di vendere tutta l’attrezzatura che si trova all’interno dell’ittiturismo di via Giovanni XXIII, chiuso ormai da circa otto mesi.

Per i pescatori di Santa Giusta che gestiscono lo stagno, circa 40, non c’è pace. È da mesi che convivono con problemi di ogni genere che rischiano di metterli in ginocchio da un momento all’altro. L’ultima grana da risolvere è legata al ristorante che i pescatori hanno gestito fino alla metà del 2023, di proprietà del Comune. Poi hanno deciso di abbassare le serrande perché le entrate erano molto meno delle spese da affrontare, ma anche a causa del personale che non si trovava. All’interno però ci sono ancora tutti i mobili,  tra tavoli e sedie, ma anche la cucina e l’attrezzatura.

«Stiamo aspettando da mesi di essere convocati dal Comune per trovare un accordo per quanto riguarda la vendita di tutto ciò che noi abbiamo acquistato anni fa - spiega Cossu - Per noi significherebbe recuperare qualche soldo. Se però non ci fanno sapere le loro intenzioni tutto rimane fermo. Sono disposti ad acquistare tutto ciò che si trova all’interno oppure svuotiamo noi il locale?». Dal Comune la risposta arriva immediatamente: «Tutto vero, i pescatori stanno attendendo una nostra proposta, ma purtroppo l’Ufficio tecnico ha tante pratiche da sbrigare e il personale è poco - spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Pierpaolo Erbì - Solleciterò l’operazione». Anche perché una volta trovato l’accordo il Comune potrà utilizzare nuovamente la struttura a ridosso della 131: «Pubblicheremo un bando per dare in concessione il ristorante - va avanti Erbì - con la speranza che si facciano avanti i giovani del paese». 

© Riproduzione riservata