È ancora un caseggiato fatiscente, proprio all'ingresso di Santa Giusta, in via Giovanni XXIII. Un immobile che, visto il pericolo di crollo, non permette nemmeno di utilizzare una delle due corsie che vanno verso la 131, chiusa al traffico da anni.

In quell’enorme edificio risalente agli anni ‘20, sede dell'ex Genio civile, gli operai non sono ancora entrati in azione nonostante l’importante finanziamento di 3 milioni di euro arrivati dalla Regione anni fa. Tradotto: l’albergo diffuso che doveva sorgere nella parte superiore dell’edificio nato ai tempi della Bonifica per ora è ancora solo sulla carta. Come anche il primo centro di restauro di reperti archeologici che invece dovrebbe essere realizzato nella parte inferiore.

L’assessore ai Lavori pubblici Pierpaolo Erbì non nasconde i problemi che ci sono: «Sia nella parte posteriore della struttura che una volta pronta ospiterà l’albergo diffuso, ma anche in quella posteriore dove nascerà un laboratorio archeologico innovativo e unico nel suo genere che farà arrivare a Santa Giusta tantissime persone, ancora non è possibile buttare giù nessun muro se prima non abbiamo l’ok da parte della Soprintendenza. Stiamo aspettando questo documento da tempo. A breve sul posto ci sarà un sopralluogo da parte dei funzionari. Per quanto riguarda la parte inferiore abbiamo comunque già affidato la progettazione dell’opera». 

Per quanto riguarda invece la chiusura al traffico della strada l’assessore Erbì fa una promessa: «Se l’Ufficio tecnico del Comune valuterà che il caseggiato non sarà più a rischio crollo dopo che è stato messo in sicurezza dal Comune, la strada verrà riaperta».

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