A pochi giorni dalla manifestazione di Nuoro, anche ad Oristano il comitato per il diritto alla salute è sceso in piazza per protestare contro il "depotenziamento" dei servizi sanitari territoriali, in particolare dell'Ospedale San Martino che, secondo i manifestanti, va verso una "chiusura di fatto".

Oltre 150 le persone che, cartelli alla mano, hanno chiesto le dimissioni del direttore sanitario ospedaliero Sergio Pili con un presidio in viale Rockefeller, di fronte al nosocomio, durato l’intera mattinata.

I manifestanti hanno anche solidarizzato con il sindacalista medico Giampiero Sulis, inviato al consiglio di disciplina dopo avere denunciato la carenza di dispositivi di protezione individuali. Il medico radiologo ha incassato anche la solidarietà della Rete Sarda per la Difesa della Sanità Pubblica.

Tra i manifestanti anche una sessantina di persone del comitato Sos Barbagia e Mandolisai.

"Il San Martino è ormai una scatola vuota: un anno fa forse si poteva fare qualcosa, ma ora rischia la chiusura per carenza di medici e anche i pochi che restano sono stremati dai turni massacranti - hanno spiegato dal Comitato oristanese - Visto che i vertici dell'ospedale sono stati così solerti nell'azione disciplinare nei confronti del dottor Sulis, vorremmo sapere com'è che non vengono risolte con altrettanta solerzia alcune criticità come quelle che riguardano le sale operatorie, il pronto soccorso, la pediatria. Per non parlare della pneumologia, l'ortopedia, o la terapia del dolore compreso il parto in analgesia".

Polemiche con gli ex esposti all'amianto anche per il trasferimento dei medici dalla struttura complessa di pneumologia, operante all'interno del San Martino, ma che non compare tra i servizi offerti dalla struttura ospedaliera. 

(Unioneonline/v.l.)

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