"È come se lo avessero ucciso un'altra volta".

Non usa mezzi termini, con il dolore che va di pari passo con la rabbia, Salvatore Piras, per descrivere ciò che lui e i suoi familiari hanno provato di fronte a quello che definisce "un atto vile".

Qualcuno, infatti, ha rimosso la lapide commemorativa posta sul ciglio della strada di San Vero Milis che porta al mare, a Putzu Idu, dove quasi vent'anni fa suo fratello, Fabrizio, è morto in un tragico incidente. A soli 23 anni.

"La triste scoperta l'ha fatta mio padre", racconta a L'Unione Sarda.it proprio Salvatore, che ha deciso di rendere pubblico l'accaduto sia nella speranza di trovare qualcuno che abbia visto qualcosa sia perché "il responsabile si deve vergognare".

"Mio padre - aggiunge Piras - stava portando un mazzo di fiori alla lapide, come fa spesso, durante le passeggiate. Ma la targa era sparita. Qualcuno, chissà chi, l'ha divelta, forse con un piede di porco, portandosela via. Ma non solo: hanno anche preso i fiori che avevamo portato la volta precedente, gettandoli nel campo adiacente. Una cosa scandalosa. Chi può arrivare a tanto?".

Dell'accaduto sono stati informati anche i carabinieri, cui Salvatore si è rivolto, presentando denuncia contro ignoti.

Del perché qualcuno abbia voluto compiere un simile oltraggio Piras non si capacita. "Quella lapide era lì da anni e anni, non dava fastidio, non intralciava. E non abbiamo avuto screzi né problemi con nessuno tali da giustificare una simile rappresaglia".

Insomma, un gesto che - al momento - sembra assolutamente gratuito. Inspiegabile.

Ma con serie ripercussioni. "Quanto successo - conclude amaro Salvatore - ha colpito molto mio padre. È molto, molto addolorato per questo oltraggio alla memoria di mio fratello. Per lui è come se fosse morto un'altra volta".

(Unioneonline/l.f.)
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