Dopo l’incendio che ha danneggiato due notti fa i gruppi elettrogeni dello stabilimento Geco di Magomadas, che si occupa del trattamento di fanghi di depurazione fognaria, è intervenuto nuovamente l’ex parlamentare di Unidos Mauro Pili.

Era stato lui ad aver sollevato le polemiche sulla struttura che importa i fanghi da depurare dalla Penisola, tanto che i lavoratori e la proprietà avevano denunciato in un post su Facebook "il vortice di minacce e linciaggio pubblico" seguito agli attacchi di Pili.

"Noi, i nostri figli e i nostri amici abbiamo dovuto leggere durante i giorni di Natale inviti a bruciare i nostri mezzi, a sparare sui nostri operai e altro ancora senza che Pili abbia mai ritenuto opportuno moderare e calmare gli animi", si legge sul social. L'azienda ribadisce che l'attività di trasformazione dei rifiuti organici in fertilizzanti per l'agricoltura viene esercitata "lecitamente, ed è non solo in regola ma anche ecologica".

"Il comunicato ufficiale dei vigili - chiarisce sul suo profilo Mauro Pili - spiega che sono in corso le indagini per determinare le cause che hanno originato le fiamme. Questo vuole dire che si stanno ancora svolgendo e che non esiste alcuna conclusione delle indagini ed è quindi ancora presto per affermare che si sia trattato di un attentato".

"Qualche indomito cretino che inneggia all'atto terroristico - prosegue Mauro Pili - ha pure puntato il dito contro il sottoscritto reo di aver 'armato' i criminali incendiari. Partiamo dal primo assunto: le indagini diranno se è stato o meno attentato, se esiste o meno un atto doloso. Di certo non ci vorrà molto tempo per saperlo visto che il proprietario dell'accampamento nei giorni scorsi aveva annunciato a tutta la Sardegna, in una farfugliante intervista degna di un'inserzione pubblicitaria, che tutta l'area era presidiata da decine di telecamere. Non ci vorrà molto a scoprire se esiste un imbecille che dà fuoco a una produzione industriale di puzza e miasmi, che maneggia con la destrezza di un 'carrabusu' le deiezioni di milioni di cittadini pugliesi trasferite in Sardegna per nobilitare le nostre terre".
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